Reportage

Obiettivo su Arco /aad#3

testo Luca Castellani  / Parma

Arco Rock Star, ph. The Vertical Eye - Matteo Pavana
27/05/2018
7 min

Valle del Sarca, Valle della Luce, Arco

Un weekend caldo e soleggiato di aprile fa da cornice all’ottava edizione degli Adventure Awards Days. Passeggio con la reflex al collo per i borghi del paese: scorci improvvisi si aprono sulle pareti chiare e i boschi attorno. Tutto appare luminosissimo, come nei quadri di Giovanni Segantini, nato proprio qui ad Arco: un pittore che, rivisitando a modo suo la lezione impressionista, ci ha consegnato quadri di montagna indimenticabili; quadri appunto fatti di luce.

Eccomi nella piazza intitolata proprio a Segantini, nel cuore del paese

Girovagando fra gli stand del village dell’Adventure Awards, l’atmosfera è amichevole, colorata. Alzando lo sguardo, i muri della chiesa appaiono animati dagli stessi toni caldi delle placche di roccia calcarea a pochi passi da qui, dove è nata l’arrampicata libera in Italia. Un fondale perfetto per il palco dell’evento, sul quale ahimè dovrò salire anche io… insieme a Federico, Alessandra e agli altri blogger premiati per il Blogger Contest.2017 di altitudini.
Se in parete ormai mi trovo a mio agio, anche su terrazzini di sosta non troppo comodi e magari già occupati, su un palco sento molto di più l’esposizione. Non sarà facile spiegare al pubblico come mai mi trovo lì, vicino a scrittori, giornalisti, specialisti dell’avventura… ma il clima è disteso, penso fra me che sono in mezzo ad amici che condividono le mie stesse passioni e magicamente le parole vengono fuori; non dico fluide, ma almeno sensate.

Alpinismo e fotografia sono nati e cresciuti insieme

Ora che sto raccogliendo le mie impressioni sul Festival, davanti a me soltanto lo schermo del PC e nessuna tensione, è decisamente più facile intavolare un discorso! Intendo soffermarmi sugli aspetti degli Adventure Awards 2018 riguardanti la fotografia, passione molto diffusa tra chi va in montagna a tutti i livelli.
Si può dire che alpinismo e fotografia siano nati e cresciuti insieme. Se nel 1864 Edward Whympher si attardava a scendere dalla vetta del Cervino per raccogliere disegni da cui ricavare poi le sue incisioni, pochi anni dopo Vittorio Sella compiva la prima traversata invernale della stessa montagna munito di una macchina fotografica, fra le prime in circolazione. Da allora è stato un continuo rincorrersi, un’evoluzione reciproca che ha portato ad attrezzature sempre più tecnologiche e leggere sia in un campo sia nell’altro: tanto che l’alpinista ormai può scattare foto e girare filmati quasi senza usare le mani, con la go pro, o lasciare direttamente tutto il lavoro a un drone che gli ronza vicino.
Ma nonostante l’evoluzione dei mezzi e i supporti, un’esigenza è rimasta sempre uguale: quella di raccogliere immagini delle proprie giornate in montagna, portarle a casa e poterle riguardare un domani in album chiusi nei cassetti o cartelle nascoste in un PC.

Ma cosa rende una foto speciale?

Cosa rende una foto speciale, diversa dalla massa di immagini che riempiono i nostri hard disk?
Un quesito al quale provano a trovare risposta gli appassionati raccolti in piazza Segantini con zaini e attrezzature fotografiche, pronti a partire per un trekking fotografico di due giorni insieme a Mirko Sogtiu: specialista del settore, Mirko batte in lungo e in largo le Alpi in ogni stagione, spesso insieme a guide alpine, per trasmettere agli allievi i segreti della sua passione.
Io e Fede lo raggiungiamo presso la cascata del Pavlico, in val di Ledro: i partecipanti armeggiano con i cavalletti, cercando la posizione migliore per lo scatto senza fare cadere in acqua le macchine fotografiche… ma qualcuno rischia grosso! Congelata nell’immagine, la forza dell’acqua sembra sparire: Mirko suggerisce di lavorare sull’inquadratura, cercando di rendere l’immagine una scena; non porre il salto d’acqua al centro, ma farlo entrare in scena di lato, lasciando dalla parte opposta dell’inquadratura l’acqua che scorre. Allungando l’esposizione per ottenere il consueto effetto seta, si avrà ancora di più l’idea del tempo, e lo scatto non sarà più un semplice fermo immagine, ma una piccola narrazione.
Nel primo pomeriggio ripartiamo alla volta di un’altra cascata. Seguiamo il furgoncino di Trekking Fotofrafici lungo i tornanti che scendono in val Sabbia, in un ambiente più chiuso ed ombroso rispetto alla valle del Sarca. Ci ritroviamo sempre lungo il torrente Pavlico ma un po’ più a valle: con un salto di 50 metri il torrente esce da una stretta forra, trovando un attimo di pace prima di confluire nel Chiese.

l’imperativo “GO”, andare, sempre comunque e dovunque, senza dimenticarsi dei propri sogni.
Jam session sul lago di Garda con Nico Favresse e Graziano Guardabassi, ph. Federico Ravassard
Pensai a quanto sarebbe stato divertente andare ad arrampicare nel cassone di un’Apecar...
Lago di Garda, umore degli anni '80, ph. Matteo Mocellin
One of John Thornton's winning photographs in the PRO category

L’esercito pacifico dell’Arco Rock Star

Forse cercava pace anche un anziano pescatore incontrato sul luogo, che suo malgrado si ritrova letteralmente preso di mira da un’armata di obiettivi curiosi, che lo mitragliano di scatti! Gentilmente ci saluta e libera il campo, troppa agitazione per i pesci. La cascata stavolta è all’ombra, in pieno contrasto con il resto della scena al sole: Mirko ci spiega come usare al meglio i filtri per ricavare un’immagine più simile a quella che vediamo con i nostri occhi: un accorgimento artificiale per ottenere un risultato più naturale senza intervenire in fase di post-produzione.
Nel frattempo, sulle pareti assolate della valle del Sarca, un altro esercito pacifico sta raccogliendo fotografie da presentare al concorso Arco Rock Star: i partecipanti sono sia amatori sia fotografi professionisti, uniti in piccoli team. La sera precedente abbiamo scambiato due chiacchiere con uno di loro, Federico Ravassard, giovane fotografo torinese finito in squadra con il fuoriclasse Nicolas Favresse: «Temevo volesse partire prestissimo domattina, invece mi ha detto di trovarci tranquillamente alle 10!»
Abituato a ritmi ben diversi sulle pareti più sperdute del mondo, in valle del Sarca giustamente il fortissimo alpinista belga preferisce godersi il sole… e il lago! Anche se in verità il team arrampicherà fino a ben oltre il tramonto.

Andare ad arrampicare nel cassone di un’Apecar

Il vincitore della categoria professionisti sarà però John Thornton, filmaker e fotografo di avventura giunto qui da Saint Anton in Arlberg, mecca dello skialp austriaco. Riguardo a una delle foto vincitrici, mi racconta: «Avevo visitato Arco più o meno un mese prima del concorso: e spostandoci da una parete all’altra vedevamo ovunque questi piccoli simpatici veicoli. Pensai a quanto sarebbe stato divertente andare ad arrampicare nel cassone di un’Apecar, e appena ci si è presentata l’occasione l’ho presa al volo e ho scattato!»
Fra le tante bellissime foto partecipanti, mi hanno colpito anche quelle di Matteo Mocellin, fotografo di Bassano del Grappa, che ha ottenuto il terzo posto nella categoria pro. Una in particolare scattata lungo la strada presso la Spiaggia delle Lucertole, location molto gettonata fra i fotografi in questa edizione. «L’idea è nata guardando per l’ennesima volta Valley Uprising», mi dice Mocellin «mi ha colpito subito l’autostop che è stato certamente il punto di partenza. Una foto non di arrampicata, ma che ha rappresentato una mobilità comune all’epoca, e anche sostenibile alla fine!»
Anche le altre foto premiate di Matteo, sia sotto sia sopra le pareti, ci fanno ripiombare negli anni 80: «Con Giorgia Verì, che è collega di lavoro in Storyteller-Labs oltre che climber nelle foto, ci siamo fatti ispirare dalle foto di Manolo, Mariacher & co. che abbiamo usato per realizzare dei lavori per l’anniversario La Sportiva»

Andare, sempre comunque e dovunque, senza dimenticarsi dei propri sogni

C’è chi invece si comporta ancora come Edward Whympher, scalando le montagne con fogli su cui disegnare: è Jeremy Collins, che ha ricevuto il premio di Best Storyteller all’Adventure Awards: sua l’illustrazione che è stata scelta come logo del Festival. Nei suoi disegni, raccolti nel volume Drawn, si respira un’atmosfera fiabesca, sospesa nel tempo e nello spazio.
Ed è infatti priva di confini e barriere l’attività di Jeremy: dopo l’incontro con Simone Moro ed Emilio Previtali, sabato sera all’auditorium di Arco, è lui a raccontarci delle sue avventure in giro per il mondo – quello rappresentato nel logo, dove al posto dei segni cardinali compare l’imperativo “GO”, andare, sempre comunque e dovunque, senza dimenticarsi dei propri sogni. Il seme dell’avventura, sembra dirci Collins, sta proprio in questo andare, spostarsi: non importa dove, con che mezzo… sia un Apecar oppure l’auto di uno sconosciuto via autostop.
Le foto premiate all’Arco Rock Star riescono a esprimere questa spinta verso l’ignoto, a volte impetuosa come l’acqua di una cascata, e a trasformarla in una storia. Giocando con la luce, isolano nello spazio e nel tempo istanti di scalata, di esistenza che diventano eterni; e sono anche loro opere d’arte, al pari di un disegno di Collins, un’incisione di Whymper, o un quadro di Segantini.


(*) e Luca Castellani, Federico Rossetti e Alessandra Longo sono i vincitori del premio speciale Adventure Awards Days. Nella veste di “inviato speciale” Luca aveva il compito di raccontare ai lettori di altitudini l’edizione 2018 dell’AAD che si è svolta ad Arco dal 20 al 22 aprile.

Luca Castellani

Luca Castellani

Alpinista di pianura, so apprezzare di più quando il terreno si impenna verso l'alto. Andare in montagna mi spinge a scrivere, e scrivere mi dà un motivo in più per andare in montagna. Ho creato il blog Montagnatore; ora mi occupo principalmente di RedClimber.it con l'amico Federico.


Il mio blog | REDclimber.it - Alpinismo e Arrampicata è un angolo digitale dove raccontiamo le nostre salite con relazioni, immagini e storie di montagna. Una montagna e un alpinismo spesso diversi, lontani dalle mode, di ricerca e ricoperta: dalle cime di casa, l'Appennino Settentrionale, ai giganti delle Alpi.
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