Ma gli ultimi anni, in Sicilia, i nostri inverni non sono stati particolarmente generosi di neve, tanto da vestire i nostri monti, anche le cime del Parco Regionale Naturale delle Madonie, di quelle condizioni ambientali e climatiche che, in alta e media montagna, permettono di fare ascensioni invernali prettamente alpinistiche. Oltre a questo, la mia personale attività alpinistica ha avuto un notevole rallentamento: non avevo abbandonato del tutto le salite in montagna, ma nell’ultimo periodo mi ero dedicato più al “normale escursionismo” che all’alpinismo.
In questo inverno, invece, è prepotentemente riesplosa in me la voglia, quasi spasmodica, di tornare alla montagna alpinistica, complice anche il particolare innevamento che ha caratterizzato i nostri monti siciliani, Madonie comprese.
Ho avuto anche la fortuna di trovare sul mio cammino, in questo ultimo anno, qualche nuovo amico di montagna che, nonostante ci conoscessimo da poco, ho presto intuito che avevano un forte potenziale di passione e competenze, tanto da potermi permettere di legarmi in cordata con loro e tentare, così, salite oltre l’ordinaria attività escursionistica. Sperare poi, alla mia età di 51 anni, di trovare nuovi compagni di cordata non era una cosa scontata. Sono stato fortunato anche per aver ripreso i contatti con l’amico di vecchia data, Giuseppe Ippolito, con cui ho condiviso tante avventure in montagna. Averlo ritrovato dopo qualche anno di lontananza mi ha dato una motivazione in più ritornare a impugnare le piccozze e allacciare i ramponi, a piantar chiodi nelle fessure calcaree e indossare l’imbracatura.
Il versante più difficile di Pizzo Carbonara, sulle Madonie, è quello che si affaccia a nord ovest, baciato dalle brezze marine del Mar Tirreno che dista davvero pochi chilometri in linea d’aria. Questo versante è un immenso e quasi ciclopico dirupo, largo alcuni chilometri e alto fino a 500 metri che sorregge l’altopiano carsico dell’intero complesso montuoso del Carbonara, formato dalla cima principale di Pizzo Carbonara (1979 m) e da altre cime secondarie, definite cime satelliti di Pizzo Carbonara, intermezzate tra esse da doline e falsipiani.
Il dirupo nord ovest di questo massiccio è caratterizzato da alte pareti rocciose verticali, torrioni di roccia e ripidi canaloni che fuori dalla stagione invernale sono delle immense e ripidissime pietraie e ghiaioni, formate dalla incessante e lenta azione di sgretolamento delle pareti rocciose, dovute all’azione del gelo e disgelo e delle intemperie.
Ma Gerri non è soltanto un alpinista ed un escursionista di salite di grande difficoltà, sa anche essere un paziente “capo branco” che guida amici ed amanti delle montagne che non hanno grande esperienza su percorsi non molto impegnativi se non addirittura facili. Questo gli fa grande onore e lo colloca nel cuore di tanti amici anche di età non indifferente.
Pietro, la primavera è vicina, porterà con sé nuove escursioni di impegno medio facile da vivere insieme, e sarà bello camminare per sentieri tra i boschi e raggiungere per le vie facili le vette. La montagna non è solo vie difficili, la montagna è poter condividere e vivere le esperienze con i buoni amici secondo le possibilità di ognuno.
E tu sei un buon amico, lo sai!