Volo… la corda si tende, sospiro. Il chiodo salta, volo… la corda si tende, sorrido. I miei piedi scalciano il cielo sfumato di grigio, i miei occhi osservano il mondo capovolto ed incrociano il viso tirato del mio compagno. Assaporo lo sguardo amico: sono vivo.
Non ho sogni del domani e appeso alle punte delle mani seguo la mia strada del vivere quotidiano.
La montagna è una scelta, la mia scelta.
Sono vivo, immobile, appeso alla corda incastrata nell’anello del chiodo ma continuo a precipitare nel vuoto dei miei pensieri. Il silenzio è assordante, interrotto solo dal rotolare di un grande macigno che incombe sul castello delle mie certezze di arrampicatore di montagne. Una spalla mi duole, qualche graffio sgocciola piano. Fisso il chiodo saltato dalla roccia, ora freddamente appoggiato al nodo stretto all’imbrago. La sua forma è beffarda, un cuore.
Amo le montagne e vivo d’alpinismo verticale.
Traballo sulla linea del limite inseguendo le mie regole, molle che si modellano al ritmo dei sogni.