Paonazzo era paonazzo, e le vene del collo pulsavano forte.
Gli occhi gli uscivano dalle orbite.
Mi ha anche sputacchiato addosso, senza accorgersene.
– Basta, basta, basta! Ho deciso di fargliela pagare! Vieni con me?
– Pagare a chi? Venire dove?
– Non fare domande del cazzo! Sbrigati! Sei o non sei mio amico?
– Certo che sono tuo amico, ma non è che vengo con te così, su due piedi. É già buio! Poi, a fare che?
– Ma cazzo, non lo hai letto il giornale?
– Certo che l’ho letto, il giornale! E allora?
– Ma dai, non rompere i coglioni! Hai visto cosa ha dichiarato? Dai, sbrigati, andiamo!
– Cosa ha dichiarato chi? Dai, Mauro, io non vengo da nessuna parte!
– Ma tu i giornali li leggi per davvero? Quella testa di cazzo ha dichiarato che non era rimasto incrodato, che aveva alzato il braccio soltanto per riscaldarsi. Insomma, sostiene che non dovevamo soccorrerlo, quel bastardo! E io che mi sono calato quattro tiri di corda, ché era quasi buio. Te lo assicuro! Era mezzo congelato, più morto che vivo. Cazzo! Fare la Sud della Marmolada in solitaria, d’inverno!
– Mauro, dai, mettila via! Succede! Le teste di cazzo ci sono dappertutto, anche fra gli scalatori famosi. Probabilmente si è vergognato e ha dato la colpa al soccorso Alpino. Sai, l’onore dell’alpinista, ste robe qua!
– Onore un cazzo! Ho deciso di fargliela pagare! Sul giornale c’è scritto che domani ritenta e che, per fare prima, oggi avrebbe portato tutta l’attrezzatura all’attacco della Sud. Ha detto che stasera dorme al rifugio.
– E allora?
– Allora stasera è luna piena! In tre ore andiamo e torniamo. Ho preparato due zaini vuoti. Dentro ci sta di tutto: corde, chiodi e moschettoni. Se non vieni, da domani non ci parliamo più. Anzi, da adesso non ci parliamo più! Anzi, da subito!
Ho squadrato Mauro dalla testa ai piedi.
Un’amicizia in cambio di un furto a un alpinista che aveva fatto il furbo, per dimostrargli che in montagna abita gente più furba di lui. O almeno quanto lui.
Erano quarant’anni in due. Era una luna piena che stava sbalzando da dietro il Pelmo. No, non poteva essere una notte come tutte le altre.