Da sempre abita nella terra del Giorgione, immerso nella campagna ma vicino alle montagne che dipinge nei suoi quadri. Il suo legame con la montagna risale a molto tempo fa, quando nel 2006 tenne una mostra personale “La nostalgia dei miti – Cent’anni di fantasmi buzzatiani in Val Belluna” a Belluno in occasione del centenario della nascita di Dino Buzzati, proprio nel granaio di Villa Buzzati nel quale lo scrittore aveva ambientato uno dei suoi racconti di fantasmi. Segue nel 2008 a Dobbiaco “Il canto della terra – Cent’anni fa Mahler a Dobbiaco”, in occasione del centenario dell’ultima opera del compositore austriaco.
“Genius Loci, La Sentinella del Grappa” è invece la nuova mostra di Giorgio Serena che inaugurerà a Bassano del Grappa, ad inizio 2024, e sarà strettamente legata al suo territorio natale.
La campagna a nord di Castelfranco, che si eleva impercettibilmente verso le colline di Asolo, verso le Prealpi Venete che vanno da Bassano a Pederobba, ha un primato: è stato il primo paesaggio nella storia dell’arte italiana a diventare, non più semplice sfondo per le figure di angeli e santi, ma vero e proprio soggetto protagonista del quadro. Per chi dalla pianura guardi verso nord, ecco profilarsi laggiù un maestoso spalto di montagne dominate dal Monte Grappa, noto come “La Montagna Sacra” per tutti coloro che abitano la pianura circostante.
«In certe mattine dall’aria limpida e trasparente, guardando verso nord mi sembra quasi che le montagne abbiano silenziosamente camminato nottetempo in direzione di casa.
Ammirando dalla finestra il Monte Grappa che si erge all’orizzonte, spesso mi è capitato di fantasticare. Questa distanza dalla Montagna Sacra mi è sempre sembrata una metafora: la vita, come il cammino di un pellegrino che lentamente attraversi il paesaggio che si stende dinanzi a lui percorrendo una strada che porta sulla cima della montagna, dove infine il sole del tramonto gli irraggi sul volto una luce gloriosa.
Ogni volta che salgo il Grappa una pace interiore mi avvolge. Guardando il panorama sottostante, le incantevoli colline asolane incoronate dalla Rocca e via via più distanti i dettagli della pianura che si stende all’orizzonte, mi capita di pensare: qui sotto è dove vivono le persone che amo, è dove sono sepolti i miei morti, è il posto da cui vengo ed il posto dove vorrei giacere alla fine del mio viaggio».