Reportage

ABBECEDARIO DEL LAKE DISTRICT NATIONAL PARK

Sono tornata di recente da un trek autunnale nel Lake District National Park, in Inghilterra, e così è nato questo racconto in forma di abbecedario: ogni lettera dell'alfabeto inglese mi riporta a un luogo, a un oggetto o a un punto saliente del mio viaggio.

testo di Cecilia Lolli

Raven Crag, Keswick / ph. Jonny Gios su Unsplash
22/11/2023
7 min
Ci ho preso gusto a viaggiare in bassissima stagione, ho ricominciato a farlo anche per lavoro.

A inizio novembre mi sono presa qualche giorno di vacanza, con un’amica inglese a farmi da guida, nel Lake District National Park, a nord di Manchester, UK. Ci ho preso gusto a viaggiare in bassissima stagione, ho ricominciato a farlo anche per lavoro, ora che tutto è finalmente allineato e teso verso un unico obiettivo coerente, scrivere e tradurre sono attività che si alimentano a vicenda.

Mercoledì di Ognissanti sono atterrata all’aeroporto di Manchester e quando sono uscita all’aperto, lungo i binari della stazione annessa, sono uscita nel crepuscolo scandito da una pioggia sottile. Nell’attesa ho ciondolato sul binario, ho dato via un Winston per una tazza di tè, prendendomi comunque il tempo di leggere la citazione sotto l’effigie prima di consegnare la banconota alla barista, non ho niente da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore. A un certo punto, ormai verso la fine dei giorni, dirò ad Hannah che ho portato il bel tempo dall’Italia. Saremo nel suo van, al riparo da una pioggia torrenziale, inizialmente prevista per il giorno successivo al mio arrivo, e invece siamo state graziate, avremo dormito due notti in tenda, certamente al freddo, ma almeno all’asciutto.

Dicevo che sono atterrata a Manchester quando ormai è già buio e la lascio cercando di memorizzarne il più possibile. La poca luce presente proviene dai fanali delle macchine nell’ora di punta, dalle finestre prive di tende ai piani superiori di uno studentato, dai coni di luce dei lampioni e da tutti i riflessi sull’acqua dei canali. Hannah mi aspetta, ha parcheggiato il van all’uscita della stazione di Penrith, mi ci vuole un primo tentativo fallito per capire che il passeggero siede a sinistra e non a destra. Non vedo nulla di ciò che mi circonda, dovrò aspettare il nuovo giorno. L’A66 per Appleby-in-Westmorland corre lungo la Eden Valley, la valle tra il Lake District e i monti Pennines. Hannah parcheggia il van a casa della sua amica Hermione, che ci ospita per la notte. Ceniamo, chiacchieriamo di sentieri e di scrambling, di arenaria e di sandstone, racconto loro di quel monadnock che è la Pietra di Bismantova.

Derwent Water / ph. Rick Sykes su Unsplash

La regione montuosa conosciuta come Lake District National Park è caratterizzata da montagne molto basse e non è solo l’altitudine a essere contenuta, ma anche la distanza dal mare d’Irlanda.

L’indomani ci dirigiamo verso Penrith. Il primo arcobaleno che vediamo dall’autostrada diventa un argomento di conversazione, in un certo senso parlare dell’arcobaleno altro non è che una variazione sul tema ‘meteo’. Glorious English weather. Hannah è convinta che non sia un caso che i suoi connazionali parlino del tempo così tanto, visto quanto condiziona le loro vite!, Hannah sottolinea la differenza tra l’inglese e l’italiano, se ‘rainbow’ non esisterebbe senza la pioggia, con ‘arcobaleno’ sembra invece necessario tacere della pioggia e concentrarsi sul suo più bel prodotto. In sette giorni insieme, io e Hannah passiamo molto tempo a sindacare su aspetti altrimenti trascurabili, abbiamo tempo, sentiamo il bisogno di riempire lo spazio, laterale e non frontale, lo spazio di un seggiolino. Trascorreremo l’ultima giornata a Manchester, prenderemo un sacco di acqua, l’arcobaleno uscirà nonostante il maltempo.

A Rheged ciondolo per qualche ora mentre Hannah dà lezione di spagnolo, vado a vedere la mostra di Libby Edmondson, un’artista locale che faceva un uso particolare del colore, se guardo fuori e vedo tonalità di verde impressionante, dovuta alle frequenti piogge, e poi guardo i suoi quadri, dove spesso a spiccare è il rosso, l’unica conclusione che posso trarre è che Edmondson abbia saputo trasferire l’intensità del verde all’intensità di tutti gli altri colori che potrà forse aver visto solo in altre parti del mondo – il rosso qui intorno c’è, si capisce, ma è un rosso che resta decisamente spento fintanto che proviene dalle fitte foreste pedemontane, fa eccezione il rosso degli aceri, ma solo se osservati da sotto le fronde, alla luce di un solicello timido. A casa, in Emilia, ad oggi ha già piovuto forte, c’è poco da andare in giro col naso per aria a guardare le foglie, uno se le trova già sotto i piedi.

La regione montuosa conosciuta come Lake District National Park è caratterizzata da montagne molto basse, collinone, non è solo l’altitudine a essere contenuta, ma anche la distanza dal mare d’Irlanda. Io e Hannah iniziamo ad addentrarci nell’area dalla cittadina di Keswick, già in piena atmosfera prenatalizia, in un clima di anticipazione: si intravedono le montagne tutt’attorno, la cima del monte Skiddaw (931 metri s.l.m, 1018 yards) è nascosta dalla nebbia, Hannah dice che è molto difficile vederla tutta per intero. Il monte Skiddaw si innalza a nord di Keswick, ma siccome è avvolto nelle nebbie devo affidarmi al racconto di Hannah, che a sua volta si serve delle parole di Wainwright. Skiddaw ha linee dolci, curve aggraziate; ma poiché i pendii sono ripidi, il saltus si fa notare in un battibaleno, si fa notare per farsi apprezzare, poiché è raro trovare una combinazione di arroganza e bellezza. Mi alleno ad immaginare. Hannah accenna a Wainwright, l’uomo che ha mappato l’intera area del parco nazionale e sulle cui orme si muovono gli escursionisti che intendono collezionare sentieri chiamati Wainwrights (ufficialmente si dice ‘to bag Wainwrights’).

Skiddaw, Keswick / ph. Jonny Gios su Unsplash
Skiddaw, Keswick / ph. Jonny Gios su Unsplash

Al tramonto ci spingiamo fino al lago Derwent da dove partiremo l’indomani, c’è un isolotto nel centro del lago i cui alberi vengono dritti e precisi su come i bordi di una torta ben riuscita.

A proposito, il mio zaino è decisamente troppo pesante, darn it. Non vedo l’ora di iniziare a consumare il cibo che contiene, come se fosse davvero questa la chiave per risolvere il problema che pesa sulle mie spalle. Hannah e io abbiamo parlato a lungo di questo, prima della partenza, ma adesso che sono qui, ci troviamo purtroppo costrette ad adattare il programma al peso che ci rallenta, che nel mio caso si aggira intorno al 25% della mia massa corporea.

Lungo il tragitto dal parcheggio al centro di Keswick parliamo anche di bovindi. In due non riusciamo a stabilire se il bovindo per come lo conosco io sia più la traslitterazione di baywindow o bowwindow. Ce ne sono così tanti, uno per casa, sono un elemento architettonico tipico e sembrano alleggerire l’atmosfera cupa dei cottage, appesantita dalla muratura in sasso scuro. È bello parlare di bovindi come del nulla più assoluto, è così vacanziero farsi domande su questioni irrilevanti. Questa prima giornata conserva per me tutto il sapore di un acclimatamento, passeggiamo, mangiamo fudge[1] di diversi gusti, al limone, al butterscotch, guardiamo le vetrine, beviamo caffè, in abiti sportivi ci mescoliamo tra la gente in abiti civili, al tramonto ci spingiamo fino al lago Derwent da dove partiremo l’indomani, c’è un isolotto nel centro del lago i cui alberi vengono dritti e precisi su come i bordi di una torta ben riuscita.

L’indomani iniziamo a camminare lungo le sponde del lago Derwentwater, mi attardo a scattare fotografie a due cani sulla riva e ci viene incontro un battello, il capitano ci chiede se lo stiamo aspettando: no, anzi, dobbiamo andare nella direzione opposta; ma è stato gentile, qui sembrano tutti gentili, mi chiamano darling, mi dicono che sono brilliant. Ci rimettiamo in cammino e chiedo ad Hannah se possiamo prenderlo al ritorno, il battello, come parte dell’esperienza.

Il secondo giorno, dopo colazione, ci raggiungono Barney, Hermione e il cagnolino Olly. Lasciamo il campeggio YHA e ci incamminiamo lungo un sentiero che ci porta dolcemente a Honister Pass, dove facciamo una sosta per un caffè, tra comitive che si vestono per una via ferrata e lastre di pietra della vicina cava Honister Slate Mine. Seduti sul muretto del bar ci scambiamo parole come figurine, io chiedo come si dica pietraia in inglese indicando il monte che ci si oppone, Barney e Hannah mi rispondono all’unisono: scree. Proseguendo, offro loro il mio punto di vista sull’aspetto a me decisamente familiare delle montagne attorno a noi. Sono basse, senz’altro, ma la totale assenza di boschi a quote inferiori ai mille metri crea l’illusione di trovarsi già a quote dove gli alberi non crescono affatto. Qui non ci sono boschi, è tutto un pascolo. Sul sentiero prima per cima Grey Knott e poi per cima Great Gable mi stupisco nel vedere muretti a secco tirati su a confine dei pascoli, mi stupisco perché devono essere costati parecchia fatica, così in pendenza.

Derwentwater, Keswick / ph. Jonny Gios su Unsplash
Herdies / ph. Chandler Media su Unsplash
Mallards / ph. Łukasz Rawa su Unsplash
Derwentwater / ph. Jonny Gios su Unsplash

I pascoli servono per le herdies, le caratteristiche pecore dal folto vello nero e dal musetto bianco. Ne incontriamo parecchie lungo il percorso. Pubblico un post su Instagram per tracciare le similitudini tra le montagne di casa e le montagne d’oltremanica. 

I pascoli servono per le herdies, le caratteristiche pecore dal folto vello nero e dal musetto bianco. Ne incontriamo parecchie lungo il percorso. Pubblico un post su Instagram per tracciare le similitudini tra le montagne di casa e le montagne d’oltremanica. Hannah lo legge e mi dice che l’unica parola italiana che non conosce è ‘oltremanica’. Parliamo quasi tutto il tempo in inglese, me la cavo, mi guadagno i suoi complimenti. Hannah è un insegnante e occasionalmente una traduttrice. Mesi fa ha revisionato un mio progetto, e siamo diventate amiche. È la prima vacanza che facciamo insieme e l’idea è quella di farne un appuntamento annuale. Ciascuna di noi andrà avanti con la propria vita, ma ci riserveremo qualche giorno ogni anno in un’atmosfera vacanziera. A me capita di dire Sorry! molto, troppo spesso. Sono british nell’anima. Scherziamo dicendo che dovremmo istituire una multa per ogni volta che dico Sorry!.

Non ci sono croci di vetta. In inglese, X sta per cross, è intuitivo, si intuisce scrivendo la lettera. Sulla via del ritorno, come promesso, Hannah e io prendiamo il battello sul lago Derwent. Saliamo su alla fermata Lodore Jetty[2] e ci contendiamo le acque con stormi di mallards[3].

Cinque giorni dopo aver scambiato Winston per una tazza di tè imparo che Winston ha vinto il Nobel per la letteratura. È il 5 novembre, è domenica sera e siamo nel pub di un piccolo villaggio, questa serata è in un certo senso parte del pacchetto completo – mi mescolo alla gente del posto, ma è difficile, a un certo punto mi smaschero da sola, stiamo perdendo miseramente e il mio essere italiana giustifica la mia ignoranza della vicenda di Guy Fawkes (remember remember the 5th of November), io e Hannah facciamo letteralmente fronte comune abbassandoci sul foglio per leggere le domande, lei si fida di me, fa molto male.

Hannah parla un po’ di italiano e il nome che abbiamo assegnato alla nostra squadra è “Quizziamo”, mandiamo in crisi la conduttrice, che nell’impossibilità di pronunciarlo ci chiama semplicemente two lovely ladies. La mia cena consiste di tre portate, zuppa di pomodoro, ali di pollo e verdure, crumble cake con custard[4] a parte, una pinta di birra e un caffè. Hannah mi dice di aspettarmi i fuochi d’artificio per via che è il 5 novembre, i fuochi d’artificio sarebbero il simbolo della congiura delle polveri, ma poi veramente non succede nulla. Uscite dal pub, Hannah guida alla ricerca di un parcheggio dove potremo passare la notte, dormiamo nel bel mezzo del nulla che sappiamo essere sicuro – ho seguito le indicazioni che Barney ha fornito ad Hannah prima dei saluti – e tuttavia ancora più sicuro con i vetri ben oscurati e le portiere chiuse a chiave. Ripartiamo che è quasi ora di pranzo, mangiamo un pastie[5], corriamo su e giù da Latrigg Fell e partiamo alla volta di Manchester, per l’epilogo mondano della nostra vacanza.

Il Lake District è stata residenza di Beatrix Potter. Oh, Peter Coniglio, che dolci ricordi… Nel 1922 Beatrix Potter pubblicò “Cecily Parsley’s Nursery Rhymes”, posso essere io Cecily? Che peccato dover scappare via, mi dispiace per quei gentlemen.

CECILY PARSLEY lived in a pen,
And brewed good ale for gentlemen;

GENTLEMEN came every day,
Till Cecily Parsley ran away.

_____
[1] Dolce tipico a base di caramello.
[2] Molo.
[3] Germano reale.
[4] Crema inglese.
[5] Una specie di calzone.

Abbecedario del Lake District National Park

Arcobaleno
Bovindo
Battello
Custard
Derwentwater
Eden Valley
Fudge
Great Gable
Grey Knott

Hannah
Honister Pass
Herdies
Io
Jetty
Keswick
Lake District National Park
Latrigg Fell

Manchester
Muretti a secco
Mallards
November
Oltremanica
Pennines
Pascoli
Penrith
Quizziamo
Rheged

Sorry
Skiddaw
Scree
Tenda
UK
Van
Wainwright
Weather
X (cross)
Yards
YHA
Zaino

Honister Pass, Keswick / ph. Andy Holmes su Unsplash
Cecilia Lolli

Cecilia Lolli

Ho studiato Lingue e mi sono successivamente specializzata in Traduzione. Nel tempo libero sono escursionista esperta e scialpinista della domenica,
di mestiere sono traduttrice, dall'inglese e dal tedesco, in vari ambiti specialistici, tra cui l'abbigliamento e l'attrezzatura per gli sport outdoor.


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