Racconto

#11
KALIPÉ: IL MIO MONTE ANALOGO

Nella vita cerchiamo sempre di impostare dei passi, a volte corti, quando siamo un pizzico timorosi e non vogliamo osare.

testo e foto di Davide Canil  / Gorla Minore (VA)

15/12/2021
7 min
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Kalipé: il mio Monte Analogo

di Davide Canil

Nella vita cerchiamo sempre di impostare dei passi, a volte corti, quando siamo un pizzico timorosi e non vogliamo osare, a volte lunghi, quando ci sentiamo troppo sicuri.

Il concatenamento di questi passi forma un tracciato e che a poco a poco ci resta addosso sotto forma di esperienze, modellandoci interiormente e grazie alle quali riusciamo a trasformare il desiderio in ricordo attraverso l’azione.

A volte capita di essere vittima di un moto inerziale, quando sembra che manchi la voglia di stare al mondo e arrancando ci facciamo trasportare dalla “corrente”; altre volte invece ci muoviamo con spirito rigoroso e determinato per affrontare, e superare, le sfide per raggiungere ciò che vogliamo, credendo sempre di più che la strada imboccata sia quella giusta!
Di fondo però c’è una continua alternanza di alti e bassi, oscillazioni continue che ci fanno sentire sempre sotto pressione. Ci si sente sempre nel mezzo tra vere e autentiche spruzzate di energia e ostacoli difficili da gestire. Per fortuna però esistono le frequenze medie, quelle che hanno il compito di farci ragionare a mente fredda e che, a quel cavolo di bivio, ci aiutano a prendere la direzione che riteniamo più giusta, anche se poi a distanza di anni si scopre che forse non era proprio così azzeccata. Tutto è comunque basato su esperienze vissute e influenze subite, ma questo non lo sappiamo fino in fondo e ci illudiamo di scegliere sempre e comunque in maniera razionale!

Si, ma cosa c’entra la montagna?

La montagna può essere un collante che piazza delle toppe qua e là per distrarci dalla vita reale, come se le montagne fossero una dimensione parallela, poi scopri che forse quella dimensione è quella che vorresti diventasse la tua unica e principale realtà, non sei più disposto ad accettare quello che viene ma vuoi andarti a cercare la cosa che veramente fa per te! Sono belli i week end sempre a cercare avventure, ma sono anche opprimenti! Alcune volte è difficile mandar giù la malinconia di una nuova settimana da trascorrere tra le nebbie della pianura.

Il motivo per cui la montagna abbia questa potente attrazione non lo conosco ancora, penso sia un discorso complesso e anche razionalmente difficile da rappresentare, o forse è una cosa talmente naturale da non riuscire nemmeno a spiegarla al punto che lo lasciamo fare ai poeti che da sempre sanno incastrare le parole giuste.

Cosa significa andare in montagna? Forse scoprire e superare i passaggi più difficili? O cercare di superare i massimi limiti di difficoltà mai raggiunti?

“La montagna può essere un collante che piazza delle toppe qua e là per distrarci dalla vita reale, come se le montagne fossero una dimensione parallela.“

“il tempo delle stagioni”

Per ognuno ha sicuramente un diverso e personale significato, scalare o camminare significa salire su una montagna semplicemente per il gusto di farlo senza dover raggiungere per forza un punto convenzionalmente identificato come vetta! L’andare in montagna è un movimento tanto rivoluzionario quanto fine a sé stesso, ma significa anche far parte di una corrente dove ognuno cerca di interpretare le proprie azioni per una costante ricerca di risposte. La montagna serve per perdere il tempo e per prendere tempo perché il momento più prezioso è quello passato a pensare.

Salire una montagna e salire “La Montagna”!

Per diversi anni ho spesso pensato se chissà mai avessi avuto la possibilità di arrivarci in cima, lo speravo, o sapevo (inconsciamente), che un giorno sarebbe successo! Badate bene: non che arrivassi matematicamente là sul cucuzzolo, ma che quantomeno si verificasse la possibilità di farlo. Chi va in montagna lo sa, è sempre una questione difficile organizzare le avventure. Ci sono di mezzo mille fattori che rendono molto dura la salita ancora prima che questa inizi. L‘ascesa verso una montagna inizia quando la si comincia a desiderare, esattamente come il Natale.

La scelta del compagno è fondamentale, che poi non è che si “sceglie” un compagno. Un compagno di cordata è un amico, prima di tutto, uno che ti capisce al volo. Uno che decide di venire con te anche se è oggettivamente più forte o, viceversa, che non si fa problemi se invece è obiettivamente meno tecnico ed esperto, insomma uno che a prescindere dalle sue caratteristiche dà il suo miglior contributo per fare le cose fatte bene e soprattutto con una certa coesione.

In montagna, in certe condizioni bisogna economizzare tutto, anche le parole è per questo motivo che bisogna capirsi al volo, occorre rimanere concentrati sui passi davanti a noi, e bisogna avere quella magica intesa per capire quando sia il momento giusto di dare corda, o di tenderla, per avanzare in silenzio, quasi furtivamente, con passo delicato, rapido, che non faccia troppo rumore.

Poi in un lampo ti trovi a preparare lo zaino per il progetto che tante volte ti eri immaginato. Sei lì con le farfalle nello stomaco, a pensare alla tua check-list di cose da portare. In quel momento nella testa non è che ti si presenti proprio un elenco chiaro e preciso del materiale occorrente, bensì nella mente ti appare l’immagine di un mucchio di oggetti ammassati, e inizi a domandarti chissà dove ho messo il necessario. Alla fine per non sbagliare chiudi la partita scegliendo l’essenziale e ripassando letteralmente la definizione della parola “indispensabile”, è questo ciò che vogliamo in questo mondo che ci porta sempre a credere di avere bisogno dell’inutile.

Andare in montagna poi è anche un po’ come guardarsi dall’esterno.
Eccoti lì a fare sicura al tuo compagno impegnato qualche decina di metri più in basso, su un tiro di V grado, V+ al massimo. Nell’attesa resti li ad assaggiare sulla pelle una leggera brezza proveniente dal buio di una notte che si sta trasformando in un’alba che con quei colori non si era mai vista. L’euforia dell’arrampicata mi fa vedere tutto con occhi romantici, le sensazioni sono amplificate e l’inizio di un nuovo giorno accentua quel brivido mattutino che senti appena sgusci fuori dal sacco a pelo: è sempre difficile adattarsi alle condizioni della vita, qui invece, appeso, viene facile svuotare la testa dai pensieri e riempirla di sogni.

“Un viaggio o una scalata devono essere unici, è bello ripetere itinerari aperti dai più grandi interpreti dell’avventura, ma la straordinarietà dell’esperienza sta nella sua originalità e semplicità.“

“l’uomo”

“educare”

Ti senti in piena avventura. L’avventura è scegliere di stare lontano dalle comodità per infilarti dentro l’ignoto. L’avventura è decidere di andare avanti perché se torni indietro è peggio. L’avventura in montagna te la scegli, nella vita invece tante vicissitudini ti capitano quasi sempre all’improvviso, come un temporale, con la differenza però che questo nel giro di ore si dissolve mentre gli imprevisti che si presentano nello stare al mondo faticano a sistemarsi da soli.

Durante una salita ti trovi spesso a guardare giù, e pensi alla vita della città, insomma al solito tran-tran quotidiano. È quasi bello guardare dall’alto tutti quegli omini che laggiù vanno avanti e indietro, fanno le code ai semafori e le file al mercato. C’è chi lavora e chi si rilassa e poi ci sei tu che osservi il contesto integralmente, come quando ti allontani dalla parete del tuo salotto per capire se il quadro che hai appeso è da raddrizzare ancora un po’. Quando prendi le distanze da qualcosa vedi tutto meglio, se ti trovi nel bel mezzo invece non ci capisci niente.
La quotidianità: è lei il principale motivo del costante bisogno di scappare da quella forzatura asfissiante di dover tutti i giorni scambiare il proprio tempo con qualcuno per chissà cosa.

Oggi penso e ripenso a quei giorni in montagna passati con Matteo, un duro, un Amico, uno con cui ci s’intendeva, uno che si “teneva”, era sempre motivato e anche un grande motivatore. Mi chiedo se un giorno potrò di nuovo re-incontrarti davanti a un bicchiere, seduti in cucina, a tirare le 03.00 di mattina un giorno in settimana qualsiasi, sottovalutando che la sveglia ci sbatterà giù dal letto è sarà inesorabilmente puntuale.

Perché ricercare avventure uniche?

Un viaggio o una scalata devono essere unici, è bello ripetere itinerari aperti o ideati dai più grandi interpreti dell’avventura, ma la straordinarietà dell’esperienza sta nella sua originalità e semplicità, che sia facile o difficile l’essenza che non deve mancare è l’unicità.

Mettersi in cammino vuol dire tracciare una linea immaginaria che può essere lo spunto per scoprire che per trovare l’avventura è abbastanza uscire dalla porta di casa senza in alcun modo pensare a performance, chilometri e dislivelli che non farebbero altro che oscurare tutte quelle sensazioni ed emozioni, non misurabili, che valgono più di ogni altra cosa.

Anche il più lungo dei cammini inizia sempre con un passo, e un passo non è altro che un primo mattoncino per passare dall’idea alla pratica. È con poco che si imbastisce un progetto ma serve tanto per mantenerlo vivo. Ognuno scelga come proseguire ad amare le montagne, se impegnandoti a salire le più difficili, o provando a scoprirne di nuove, o semplicemente a rispettarle e difenderle. Tutto questo vale per tenere viva una vocazione

Questo è il mio Monte Analogo.

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Questa storia partecipa al BC2021.
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Davide Canil

Davide Canil

Davide Canil classe ’87, uno di quelli della leva non obbligatoria, ma anche un fanatico della vita all’aria aperta che, tra montagne, scrittura e famiglia, cerca di trovare il senso di questa opportunità chiamata Vita, che pensiamo sia tremendamente lunga, ma probabilmente è la parte più corta della nostra esistenza.


Il mio blog | Nel 2017 fondo il mio blog: Kalipé. Kalipè, significa: ”va con passo corto e lento”, in Nepal viene utilizzato come augurio di buon auspicio per chiunque si metta in cammino. Kalipé per me è un passo che ci permette di andare avanti con calma senza frenesia, l’approccio giusto per assaporare tutti i gusti della vita che tutti giorni “assaggiamo”: dolci, aspri, amari e delicati. Il mio mantra: Indossa gli scarponi. Scegli il tuo sogno. Trova il sentiero.
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