Che bella questa storia, che emozioni in questi quattro anni, cammini e corse su e giù per monti e valli, chilometri sommati a chilometri, metri su metri, ore, tante ore, giorni e notti, ecco, notti, soprattutto le notti mi hanno regalato cose nuove. Ed ora rieccomi qua e sto per dare degna conclusione al tutto.
Ripartenza, nella notte discendo veloce e sicuro la sconquassata e ripida traccia, arriva il bosco e con esso la preoccupazione per i cinghiali, ma non c’è tempo per pensarci, avanti. Uno ad uno sfilano i vari riferimenti ed eccomi all’ultima vera salita, due grossi cinghiali scappano nel rado bosco facendomi sobbalzare.
Anche la seconda notte è stata dissolta dalla luce del giorno, posso ammirare, sull’opposto lato della valle, i crinali dove sono passato l’altro ieri, scorrerli con gli occhi inseguendo la mente che rivive quei momenti: la preoccupazione delle prime tre dure salite, gli indesiderati indurimenti muscolari, il timore di un nuovo cedimento e poi il graduale formarsi d’uno stato di benessere, la sparizione d’ogni pensiero sul cammino da farsi, l’immensa gradevolissima forza di vivere il viaggio momento per momento, metro per metro, minuto per minuto.
Lontano all’orizzonte rivedo il vertice della mia parabola, le cime e i valichi che delimitano a nord la valle attorno alla quale ho camminato. Più vicino, sul lato della pianura, rivedo il punto d’inizio del lungo viaggio e, alla sua destra, intuisco quello d’arrivo, dal quale una lunga eppur corta successione di dolci e rotondi rilievi si congiunge al punto in cui mi trovo.
Cascine, capanni e due case che sembrano castelli: è fatta, ormai non ci sono più dubbi.
Pozza Paradiso, picchiata nel bosco, breve ripida risalita, Monte Selva, ultima fermata per dare tempo a mia moglie di venirmi incontro. Seduto sulla panca la mente si rilassa, gli occhi si chiudono, per due volte rischio di crollare a terra, meglio rimettersi in cammino. Lentamente barcollando procedo, ecco mia moglie, parlando con lei il corpo si risveglia, gli ultimi chilometri volano via e… arrivatoooo!
Ho finalmente chiuso TappaUnica3V, in solitaria autonomia ho percorso per intero il sentiero 3V, in quarantanove ore totali, trentotto di cammino e undici di fermate, ho camminato i suoi centotrenta chilometri e superato i suoi oltre novemila metri di dislivello, eppure tutto sembra scontato, come se avessi fatto una comune escursione, boh! Beh, in effetti fisicamente mi sento proprio come dopo una escursione di pochi chilometri, non ho dolori, non mi sento stanco, anche la sonnolenza è svanita, è andata proprio alla grande e i giorni a seguire confermeranno, di più… sono pronto a ripartire, è rimasto qualche conticino da saldare.
A qualche mese di distanza, ripensando al mio lungo viaggio e ai suoi vari contorni mi trovo a fare delle considerazioni e tra queste una in particolare diviene insistente.
In tante diverse occasioni, in relazione a diverse questioni, per lo sport come per la vita personale, nel lavoro come nel tempo libero, per cose serie e per cose frivole spesso mi è stato chiesto perché. Si tratterà forse di un residuo di quell’età non ben definibile in cui si passa dall’infanzia alla fanciullezza, quando, raggiunta una certa proprietà di linguaggio e con il cervello ancora in gran parte dedicato all’apprendere, ci chiediamo e chiediamo continuamente il perché di ogni cosa. Si tratterà di un’invadente curiosità, o del desiderio più o meno opprimente di creare appigli da opporre all’interlocutore, in altri specifici casi, come nella PNL umanistica, è tecnica precisa per indurre qualcuno a trovare risposta ai propri dubbi e alle proprie difficoltà. Di certo, qualunque ne sia la motivazione, sempre ci lasciamo trascinare nella ricerca di più o meno credibili risposte, di motivazioni invero costruite a posteriori: talvolta, se non spesso, non esistono veri perché, compiamo azioni e prendiamo decisioni istintivamente, sentendo, anzi sapendo, che sono giuste, che sono quello che in quel momento dobbiamo assolutamente fare e l’esperienza m’ha insegnato che sono le volte migliori, quelle in grado di regalarci le più intense sensazioni e, come in questo caso, lunghissime sensazioni.
TappaUnica3V, cinque anni di emozioni!
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foto:
1. Emanuele
2. Passaggio sul punto più alto del 3V, il Monte Colombine (ph. di Emanuele Cinelli)
3. Arrivo (ph. di Valeria Cinelli)
Carissimo Emanuele sono un tuo compagno di scuola al Castelli e compagno di quella esperienza bella alla rocca di Manerba, mi sono inbattuto nelle foto di tuo padre di 50 anni fa in piazza Loggia.
Come va’?
Sei semprenei miei ricordi di gioventu’.!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Gl anni si fanno sentire con tutti gli acciacchi.