Quando sei lassù ti capita di aver paura?
Diciamo che la paura c’è in certe condizioni, in certi attimi, a volte minuti, dipende. Quando voli devi sapere gestire l’imprevisto e la paura, per fortuna, mi porta ad una maggiore concentrazione nel gestire quello che sta succedendo. E’ una paura sana che dura poco e lascia spazio alla magia che regala il volo.
E’ uno sport individuale ma con un suo lato aggregativo. Tu come lo vivi?
Volo spesso da sola, perché per il lavoro o per famiglia non sempre riesco ad organizzarmi con qualche compagno, ma volare da sola mi piace molto, mi permette di concentrarmi solo su me stessa. Nonostante ciò ho amato fin da subito le competizioni, perché volare con altri piloti impari e migliori molto. Finita una gara, noi piloti, siamo capaci di chiacchierare una serata intera, meglio davanti a qualche birra, del volo fatto in giornata. Il volo mi ha regalato la possibilità di incontrare tante persone in tutto il mondo. Quando ero in competizione ho trascorso anche tre settimane vivendo 24 ore su 24 con i miei compagni di squadra. Di quel periodo ho ricordi bellissimi di alcune persone che considero dei fratelli di volo. Le emozioni si amplificano se vengono condivise e il volo di emozioni ne ha da vendere.
Il volo più bello di Martina?
Il mio volo più bello, se parliamo di emozioni, è stato partire dal Monte Avena e arrivare in Slovenia con mio fratello Ivan e un caro amico. Otto ore di volo e l’emozione di planare a Tolmino con gli ultimi raggi del giorno, dopo aver superato il confine con un parapendio. Se parliamo di voli in gara, penso che il luogo più bello sia stato in Turchia. I panorami erano unici, facevamo delle quote altissime e la morfologia del territorio era molto varia e mutava in pochi chilometri. Sono stata in Brasile, in Messico, tutti posti meravigliosi, ma credo che il mio volo più bello l’ho fatto lo scorso anno proprio qui nelle mie Dolomiti. Sono partita dal Col Rodella a Canezei in Val di Fassa, ho sorvolato il passo Pordoi, la Marmolada, il Col di Lana, il passo Falzarego passando poi per il passo Giau, Cortina, il Cristallo, le Tre Cime di Lavaredo e Sesto, fino ad atterrare vicino a Sillian in Pusteria. Un volo in solitaria guidata solo dalla voglia di vedere dall’alto in un giorno solo le montagne che tutto il mondo ci invidia. Questo volo mi è riuscito dopo 20 anni, c’è sempre una prima volta.
E i tuoi bambini cosa dicono quando vedono la loro mamma in volo?
Ai miei figli quando esco per volare dico semplicemente: “La mamma va a volare, ci vediamo dopo”. Per me è come dirgli che vado a fare la spesa al supermercato e loro la vivono con altrettanta naturalezza: una cosa che fa parte della nostra famiglia.
Le emozioni si amplificano se vengono condivise e il volo di emozioni ne ha da vendere.
Quali sono le sfide che ti attendono in futuro?
Per prima cosa il mio nuovo lavoro, ritorno a fare la parrucchiera per donna e uomo con un mio negozio. Dopo aver insegnato all’istituto Da Vinci e aver cambiato diversi saloni con un lavoro da dipemdente, ho sentito il bisogno di prendere in mano la mia vita. Mentre la prossima sfida sportiva sarà a giugno qui in casa. Una gara di livello internazionale di hike&fly, la Prealpitour, che si svolge il prossimo 18-19-20 giugno, con partenza e arrivo a Pedavena. Si tratta di una combinazione di cammino a piedi e volo in parapendio, tra rifugi e malghe, attraverso le Prealpi bellunesi fino ad arrivare in Trentino per poi tornare in Valbelluna.
Pare che l’hike&fly sia fatto su misura per te.
Pratico questa disciplina da poco tempo. L’hike&fly, nato grazie alle nuove attrezzature più leggere che si sono evolute insieme a questa tipologia di volo libero, permette di raggiungere a piedi i luoghi in cui voliamo, di decollare e scendere in volo. Dopo la nascita del mio primo figlio mi sono dedicata un po’ meno al volo e più alle ultra trail: un’ altra mia passione. Così ora praticare hike&fly mi permette di apprezzare la montagna durante la salita e poter guardare dall’alto le mie amate montagne. Cambiare prospettiva in così poco tempo è fantastico, tutti dovrebbero avvicinarsi a questo sport. Camminare, correre e volare, vivere la montagna in piena libertà.
Infine Martina, come riesci a gestire il tuo “spirito libero” con l’impegno di mamma?
Il mio è uno spirito libero ma con radici salde. I miei figli sono la cosa che metto sempre al primo posto. Mi piace condividere con loro le mie esperienze, le mie passioni. Le mie storie della buonanotte sono racconti inventati da me di bambini che amano la montagna e hanno grandi sogni e curiosità. Da quando ho una famiglia ho modificato solo i tempi e i modi, dedico quasi nulla ormai alle competizioni, la montagna la frequento molto con Luca il mio compagno e i bambini. Il volo è una cosa solo mia, ma quando torno a casa mi piace condividere ciò che ho visto. Uno spirito libero può esserlo senza diventare egoista. Non mi va di togliere tempo a loro, mi divido tra lavoro, passioni e famiglia. Sì può fare! Quando mi chiedono dove trovo il tempo, o come faccio, penso che la motivazione può fare miracoli. Non amo le serate fuori casa, lo shopping con le amiche, il tempo che mi prendo al di fuori della mia famiglia, grazie anche al supporto di Luca, lo dedico a ciò che mi fa sentire viva: una semplice corsa in montagna, un volo, due passi nel silenzio della natura. Credo che una mamma appagata può essere una mamma migliore.
Grande Martina! volo e montagna una combinazione unica!