Nevicava. La casa era avvolta da un silenzio familiare. La bimba aprì gli occhi, svegliata dal tramestio proveniente dalla cucina. Fece riemergere il suo viso da sotto le coperte e annusò l’aria.
L’odore della pizza appena sfornata risalì lungo le narici. Gli occhi si spalancarono e in un attimo la bimba balzò fuori dal letto.
«Nonna sei già tornata dal forno?».
La nonna annuì.
«Grazie nonna sei unica!», disse la nipote saltellando verso la teglia.
Si fermò per un attimo ad ammirare quel capolavoro culinario: la crosta dorata, la polpa di pomodoro fumante, l’impasto morbido…
Aspettò che la nonna tagliasse la pizza in piccoli quadratini poi se ne rubò due (quelli con più crosta) e si diresse verso la finestra della sala da pranzo. Il fuoco, nel camino, scoppiettava da qualche ora. La stanza era calda e accogliente. La bimba appoggiò una mano sul vetro ghiacciato e guardò fuori.
La neve aveva già ricoperto i tetti e la staccionata, che circondava la casa dei nonni, si intravedeva appena. Il grande abete, che era stato addobbato per l’arrivo del Natale, sembrava sonnecchiare sotto il candido mantello che avvolgeva i rami stanchi.
Di macchine… nemmeno l’ombra. Non che normalmente ci fosse un gran traffico nel piccolo paesino alpino dove era solita passare le vacanze, ma quel giorno la copiosa nevicata sembrava aver sospeso il tempo. Come giganti di ghiaccio, i picchi montani si perdevano in un cielo bianco-latte. L’unico movimento percettibile era quello dei vapori che, dai comignoli, salivano verso l’alto, zigzagando tra i fiocchi che scendevano pingui e indolenti.
Il fuoco scoppiettò. La bimba spostò di nuovo la sua attenzione all’interno della stanza. Mandò giù l’ultimo boccone di pizza fumante e si avvicinò all’enorme libreria di mogano che si estendeva lungo tutta una parete. Salì sulla vecchia scala di metallo e raggiunse un settore ben preciso. Lì, negli anni, aveva catalogato tutti i suoi libri preferiti: quelli già letti e quelli che ancora aspettavano di essere letti.
Scorse con l’indice la fila prescelta e si fermò sul titolo che le interessava.
Poi scese tutta soddisfatta, si avvicinò alla vecchia poltrona del nonno trascinandola di fronte al camino acceso. Ravvivò la fiamma smuovendo i ciocchi con l’attizzatoio, posizionò il parascintille per contenere gli zampilli e si appollaiò sui cuscini ormai lisi.
La bimba ha capito tutto e dal momento che altitudini parla di montagna, che bello quando si incrociano su per i monti delle ragazze, anche da sole, fieramente indipendenti e toste che più toste non si può. A me scatenano una moltitudine di sentimenti: mettono allegria, mi riconciliano con la vita, mi infondono coraggio, e per almeno una settimana mi sembra quasi di essere leggero e non far nessuna fatica a camminare.
Complimenti….scritto benissimo è piacevolissimo da leggere….un vero piacere….