Giovedì 1 dicembre 2011, h. 19:55 – “Gli altri sono andati da un po’… Siamo rimasti io e le montagne, nella stufa il fuoco arde allegro. Un topolino mi terrà compagnia in queste notti solitarie, mi ha rosicchiato una coperta… Pazienza anche lui ha diritto a un nido caldo. Panorama stupendo, tempo buono, temperatura media 6 gradi. Comincia così la mia avventura… oltre il confine”.
Parole tratte dal diario di Luca. Cento giorni di solitudine scelta, a tu per tu con la montagna, con le sue regole, i suoi segreti. Insieme a lui, Alex. Sono giovani sui trent’anni, alpini un po’ per scelta, un po’ per destino. Sulle rupi trascorrono ogni ora libera, da sempre.
Poi un giorno nella valle d’Ampezzo, scoprono quello che era l’osservatorio di punta Gallina.
Già allora, cento anni fa, era un andirivieni di soldati, di artiglieri appostati in silenzio. La sera rintanati a cercare un po’ di calore di stufa, affumicati più che riscaldati, si addormentavano e sognavano. Poi la luce del giorno, di nuovo in trincea con lo sguardo e i cannoni puntati verso le postazioni austriache del Piccolo Lagazuoi e del Col dei Bois.
Luca e Alex sono lì, immaginano, rivedono quell’avamposto a quota 2316 brulicare di uomini e non possono più rimandare. Basta uno sguardo, basta l’impronta di uno scarpone chiodato lasciata, forse volutamente, nella malta davanti alla piccola finestra che apre sulle vette colorate d’azzurro.
Il sole scompare, cala la sera. La decisione è presa. Domani scenderanno a valle per gli ultimi preparativi, lasceranno casa, affetti e lavoro e si stabiliranno lassù.
Comincia così, oltre il confine.