Accade anche questa volta e per metabolizzare un evento unico come la Sila3Vette ci vuole tempo e solo a distanza di tre settimane ci sono riuscita.
Ho partecipato altre due volte, l’ultima lo scorso anno nel febbraio 2020. E’ stata quella un’edizione molto particolare, per il meteo e per le situazioni che si sono create. Una perturbazione importante aveva portato un’abbondante nevicata, trasformando l’altopiano della Sila, di per sé già incredibilmente bello, in un luogo incantato. Ma il prezzo da pagare era affrontare un trail molto duro da fare in sella a una bicicletta. Avevo vissuto quell’edizione in solitaria, io e la mia bici (spinta per la quasi totalità dei 140 chilometri), accompagnata solo dal mio respiro e dai maestosi giganti della Sila (i pini larici ultracentenari) e a tratti dalla presenza silenziosa di un lupo che, complice la notte e il vento, era apparso all’improvviso davanti a me. Ero riuscita ad arrivare al traguardo, stremata ma felice. E di lì a pochi giorni la vita, per me e per tutti noi, sarebbe radicalmente cambiata.
Pippo e Mara come un solo Don Chisciotte
E’ trascorso anche questo febbraio e forte è in me il desiderio di aggrapparmi ad una normalità che il riacutizzarsi della diffusione di questo maledetto virus allontana ancora una volta. Ma ecco, all’improvviso, arrivare una bella notizia: la Sila3Vette 2021 si farà! Pippo Guzzo e Mara Carchidi, i due infaticabili organizzatori, sono riusciti a compiere il miracolo.
Pippo e Mara sono due visionari e mi sembra di vederli combattere contro i mulini a vento, come fossero un solo Don Chisciotte. Con pochi e fedeli collaboratori erranti sono riusciti a vincere anche questa sfida. Anche qui, come nell’opera di Cervantes, il centro è nel viaggio e nell’avventura, nel vivere un sogno dentro un luogo straordinario. Il Sancho Panza della situazione è consapevole della pazzia del suo Cavaliere, che ha in animo di portare atleti da tutta Italia in una terra dai mille contrasti, perdipiù nel bel mezzo di una pandemia. Ma la sua fedeltà è incrollabile. Si comprende allora come vivere la scoperta, l’incognita del viaggio, il perdersi nei meandri del proprio essere siano tra le più grandi necessità dell’uomo-Ulisse che alberga in ognuno di noi.
La winter challenge più a sud d’Europa
Prima di partire tutti i partecipanti, compresi accompagnatori e organizzatori, devono attraversare la postazione di controllo tamponi posta davanti al quartier generale della gara, l’albergo Edelweiss. Dopo qualche ora di attesa arriva finalmente il via libera e la Sila3Vette può avere inizio in totale sicurezza per gli atleti e per le comunità locali.
La Sila3Vette è una winter challenge (“la più a sud d’Europa” com’è definita dagli organizzatori) che si svolge su quattro distanze: 140, 80, 40 e 21 km, da affrontare a piedi, in bici o sugli sci, come avviene nelle storiche competizioni che si svolgono nel grande nord. Ognuno ha un propria sfida da vincere, molti corrono contro se stessi e altri contro una classifica o un cronometro. Quest’anno la mancanza di neve su gran parte del tracciato ha fatto desistere quanti si erano presentati alla partenza con gli sci. La mia scelta è stata di correre ancora sul tracciato più lungo, per godermi questa sfida il più possibile.
Accanto a me c’è Sebastiano, il mio compagno, la mia stella polare sui sentieri dell’Iditarod che ho percorso in Alaska alcuni anni fa. Sebastiano ha straordinarie doti atletiche, ha ottenuto grandi risultati ma sempre lontano dai riflettori. Un tracciato veloce come quello di quest’anno potrebbe affrontarlo in testa al gruppo, ma non è questo che gli interessa fare. Siamo venuti qui per vivere una nuova esperienza, per scoprire ancora qualcosa di noi e della terra che ci ospita. Le restrizioni imposte dal lockdown ci hanno tenuto lontano per troppe settimane ed è forte è il desiderio di stare insieme.