Ti auguro di “riposare presso alti laghi”, di svegliarti con l’odore della legna bruciata del fuoco da bivacco e di lavarti la faccia dalla condensa.
Ti auguro di arrampicare duro, ma divertendoti. E “sentire le vampate di calore mentre precipiti nel tuo imbrago sperando che la corda tenga”. Risolvere questo problema di fiducia non appena sei fermo, non appena prima di gridare e appena prima di capire che quella catena di fiducia non ha tradito e che è tornata a te per darti un momento speciale, per darti una frustata che ti fa capire quanto è bello essere vivi ed essere li per capirlo una volta in più.
Ti auguro di avere la faccia infangata dopo un giro in mtb. Ti auguro di bucare, rompere la catena ed imprecare mentre osservi i denti della corona mangiati e i raggi rotti per le sporgenze rocciose. E poi di appoggiare il piede e fermare tutto di colpo mentre per inerzia tutto il resto ti passa davanti: rami, tronchi, fogliame, problemi, illusioni. Fermarsi per ripartire, rifiatare per riposare. Ansimare e non soccombere, tornare ad agire per imparare che rialzarsi è duro ma fondamentale.
Stupendo. Una breve lettura che mi ha lasciato un po’ gli occhi lucidi e un bel sorriso sul muso. Trovo molto rasserenanti questi versi e a uno come me, che da sempre vive la città, la nebbia e lo smog, fanno solo bene. Grazie