Questa tecnica viene utilizzata per collegare due corsi d’Acqua non uniti tra loro, per aggirare rapide impraticabili, pericolose o tecnicamente troppo impegnative per la propria preparazione e talvolta per raggiungere luoghi d’Acqua in aree remote (quest’ultimo caso rientra nella nostra storia).
Quando pensiamo ai grandi viaggi in canoa i pensieri attraversano veloci l’oceano, l’Alaska, il Canada, oppure corrono su, oltre le Alpi, verso il nord ovest dell’Europa: Svezia, Finlandia, Russia. Sulle Alpi non ci sono più grandi estensioni d’Acqua e i grandi fiumi alpini, un tempo prodigiosi draghi scintillanti, giacciono come fiere in gabbia sotto il presuntuoso e incapace controllo dell’uomo, la storia ce lo insegna.
Scrivo Acqua con la A maiuscola perché è un nome proprio. Proprio perché l’Acqua è un bene unico e universale e in tutte le sue forme contiene il valore della vita.
Come tutto ebbe inizio
Novembre 2011, siamo sul piccolo Lago di Pusiano non lontano dal Lago di Como. Davanti al fuoco facciamo conoscenza con Valentina e Jürg. E’ venerdì sera e i primi arrivati si scambiano idee, impressioni e raccontano, come consuetudine, le proprie avventure lungo i fiumi e i laghi delle Alpi e non solo. All’epoca in Italia i praticanti di canoa canadese sono pochi, molto pochi, e soprattutto sparsi per lo stivale. Siamo qui per un meeting che riunirà una trentina di persone e avremo finalmente la possibilità di fare un corso di “canadian classic style” con Becky Mason e Reid McLachlan. Becky è figlia di Bill Mason, colui che universalmente viene considerato l’uomo che ha documentato per primo la tecnica della canoa canadese, per noi è una grande occasione di crescita sia tecnica che culturale.
Jürg è uno svizzero dell’Alto Bernese, lo svizzero di montagna come lo immagini nei racconti dei tuoi nonni e zii lì emigrati. E’ come se ci conoscessimo da sempre, parliamo condividendo intenti e pensieri, stiamo bene accanto al fuoco nella notte umida in riva a questo piccolo lago sulla cui sponda nord si vedono le montagne. A un tratto, animato da un illuminante furore, Jürg mi dice: «Tu che vieni dalle Alpi orientali forse conosci un lago che sto cercando». Sicuro della mia conoscenza del patrimonio d’Acque delle mie montagne, gli dico senza esitazione: «Certamente!»
Penso che il suo lago abbia un nome o almeno Jürg conosca la catena montuosa in cui si trova o il fiume che lo alimenta. Invece no. Jürg tira fuori dal portafoglio una foto stropicciata presa da internet, molto piccola perché ricavata da un banner pubblicitario, e me la mostra. La guardo e lo riconosco immediatamente come il Lago Lagorai: il lago simbolo del Lagorai, la catena montuosa, in gran parte formata da porfidi, situata nel Trentino orientale.