Difficile prevedere se l’incontro avrebbe rievocato qualcosa di interessante
da pubblicare nella sua rivista. Seguiva il sentiero che saliva rapidamente nel fitto del bosco. Il caldo soffocante lo ovattava attorno a quel filo di Arianna che si snodava guadagnando terreno mentre il paesaggio attorno mutava.
Superando finalmente quell’inviluppo, vide la casera di Giuseppe Traiz. L’uscio principale era aperto e mostrava l’interno in penombra. Verso valle si ammirava il panorama distendersi oltre le cime degli alberi. La sua benevolenza verso le comodità trovò poco confortevole lasciarsi alle spalle i richiami nostalgici del fondovalle. Respirò a fondo affrontando la breve distanza che lo separava dalla porta aperta, dalla quale fuoriuscivano rumori di arnesi metallici all’opera.
Strinse gli occhi a fessura ed esordì: «Buongiorno! Sono quel giornalista venuto dalla città», trapelando una piccola esitazione nelle sue parole.