Reportage

#66 SETTE CENTESIMI, CINQUE FIGLI E LA MONTAGNA

testo e foto di Andrea Nosella  / Portogruaro (VE)

31/12/2020
7 min
Il Bando del BC20

Sette centesimi, cinque figli e la montagna

di Andrea Nosella

Giancarlo e Gabriele
«Quanto manca papà?»
«Poco, cinque minuti».
«Sono stato bravo papà?»
«Si, sei bravissimo».
«Ti voglio bene papà».
«Anch’io ti voglio bene».
«Io di più».
«Perché non fai la guida come lavoro, papà?»
«Non so fare la guida!»
«Per me tu sei la mia guida preferita»
«Sai qual è la guida più forte, Gabriele?»
«No, papà».
«Gesù».

Penso alla mia vita, a quello che ho distrutto e ricostruito, ad avere tutto e cercare il niente, il Dio della medaglietta nel taschino dei jeans che baciavo ogni volta prima di morire, alla medaglietta della Madonna che mia nonna cuciva nelle federe del cuscino e nei giubbotti perché mi proteggesse.

A quello che è stato che mi ha portato a camminare tra i monti abbandonando ogni cosa che non fosse il silenzio.

Forse il Dio delle illusioni, che ho incontrato senza saperlo nei volti e negli sguardi di altre persone, tra le nebbie dei sentieri, la polvere sollevata dal vento e dagli scarponi, le gambe doloranti e la paura di cadere, le cime e le croci, le nuvole e gli zaini pesanti, ed ora dei figli che camminano, che mi seguono senza conoscere i miei pensieri, che sognano la salsiccia con la polenta, che sognano forse guardando le nuvole, i fiori gialli tra le rocce, che sognano guardando un papà sognare.

«Tu sei la mia guida papà, per sempre, quando sarai vecchio io andrò in montagna e ti farò vedere le foto».
«Ti piacerebbe andare sul monte Everest, papà?»
«Non ci riuscirei».
«C’è una montagna che vorresti andare papà».
«Si, il monte Pelmo e il Palon de la Mare».
«Quanto son alti».
«Il Pelmo 3168 metri, il Palon de la Mare 3703 metri».
«Ma è poco, papà».
«Insomma per me sono alti».
«Se vuoi ti do io i soldi per la guida».
«Grazie stellina».
«Peccato che ho solo sette centesimi, papà».

Continuo a camminare o forse è solo una impressione, sette centesimi e una lacrima di gioia che si mescola al sudore. Raccolgo ogni cosa nello zaino, un vento caldo accarezza le rocce, lui parla sempre e devo stare attento ai suoi piccoli passi e rispondere alle sue domande. Giancarlo, il fratello più grande, si arrampica ovunque, scompare dal sentiero, salta tra le rocce, poi si ferma e ci aspetta, devo gridare e ricordargli che siamo in montagna, che deve stare attento.

Lui mi guarda: «Lo so papà che siamo in montagna».
Poi rincomincia.
Io non so fare la guida figli miei, ci provo sempre, a volte sbaglio sentiero, tra i monti e per le strade di ogni giorno. Cerco sempre di sorridere quando vi incontro, anche quando vorrei vomitare o piangere, oggi sono forte, domani non lo so. Oggi dove tutto è immobile ho trovato un fiore, ho sette centesimi nel cuore. Un giorno quando le mie gambe saranno stanche di cercare silenzi, mi siederò a respirare un po’ e vi racconterò la storia dei miei e dei vostri passi. La storia di tante monetine raccolte lungo il cammino. La storia di sette centesimi.

Valentina e Angela
«Papi, possiamo stare a casa un giorno da scuola?».
«Se volete stare a casa, andiamo in montagna».
«Va bene papi, massimo due ore in salita».

Il papi allora cerca un escursione e si parte, il papi sta portando le due figlie adolescenti in “marina”, il papi è contento, un po’ preoccupato, e si domanda se ce la faranno, se sbaglio sentiero, se i tempi si allungano, ecc. Il papi è fatto così.

Parcheggiamo l’auto e partiamo, il sole picchia forte, non ci sono altri papi con figlie, sono a scuola. Cammino, loro corrono, ho promesso che arriviamo a casa presto, devono fare shopping, truccarsi, rilassarsi, prima di andare a qualche festa di compleanno. Ad un certo punto il sentiero si fa incerto e Valentina, la principessa grande, mi indica la direzione giusta. Il papi esita e va avanti e indietro, aveva ragione lei.

Raggiungiamo la cima, un panino, un po’ di silenzio, il posto è meraviglioso, le bacio. Scendiamo, è ora di ritornare a casa, mentre camminiamo ascolto i loro discorsi: cantanti, tronisti, feste d’estate, le interrogazioni saltate quel giorno, la gioia dei loro anni, la voglia di vivere e sognare.

Ed io papi di 52 anni dalla capigliatura incerta mi commuovo in quel silenzio abitato dalle loro voci pulite, mi perdo nei loro viaggi, mi procuro l’ennesima distorsione alla caviglia guardando l’orologio. Anche questo è il papi.

Piccole donne in montagna con il papi, “marinando” la scuola per motivi famigliari.

«Papi sai cosa recita l’articola 30 comma 34?» mi chiede Valentina.
«No».
«L’articolo 34 comma 24 recita che: se un papi porta le figlie in montagna e il papi sbaglia sentiero e una delle figlie trova la giusta direzione, le figlie il lunedì possono stare a casa da scuola».

Bello far studiare i figli, imparano tante cose che i papi ignorano.

Riccardo
Ho incontrato la guida al mare, ho solo accennato la montagna, cima Canali, lui ha telefonato al rifugio Pradidali ed ha prenotato. Adesso sono a posto, ho un mese per smaltire l’ansia, leggo tutte le relazioni possibili, incomincio a pensare al meteo, se mi ammalo, se l’auto si rompe in autostrada, se ce la farò. Sono fatto così.

Le Pale di San Martino mi hanno rubato il cuore, Cima di Ball, Pala di San Martino, Cimon della Pala, la Vezzana ed ora cima Canali. Ho iniziato ad andare in montagna a 50 anni, un paio di scarponi pagati 28 euro, uno zaino riciclato e il ricordo di un bambino che andava al campeggio in montagna con i frati che ti svegliavano in piena notte per camminare incontro all’alba, tra quei monti misteriosi. Poi il nulla, altre strade, altre montagne, un’altra vita da reinventare.

Il giorno è arrivato, sono con Riccardo, il figlio maggiore, c’è Eric la guida, la moglie, due figli e un tipo che fuma continuamente. Loro si fermeranno al rifugio per la notte, rientrando la mattina seguente, ho smesso di fumare da poco e l’odore della sigaretta mi disturba e mi tenta.

L’altopiano è stupendo, come sempre, mi sembra di conoscere ogni sasso, mi sento a casa, camminiamo in silenzio, Riccardo cammina con i figli piccoli della guida, li accompagna, giocano e scherzano, in lontananza appare cima Canali, enorme, color ruggine, il cielo è azzurro, le uniche nuvole arrivano dal tipo che fuma.

Si avvicina: «Perché vai in montagna?» mi chiede con voce roca.
Provo a rispondere qualcosa del tipo: «ho fatto tante cose nella vita, poi ho scelto la montagna, spiritualità ecc.».
«Ma tu domani vorresti salire lassù» indicando cima Canali.
«Sai che andare con una guida porta sfiga?»
Già con la prima domanda e la puzza di fumo incominciava a starmi sulle palle.
«Pazienza» rispondo.
Non parla più, ho voglia di fumare, una sola sigaretta, sentire in gola quel sapore, tossire, lui mi guarda.
«Vuoi una sigaretta?»
«No, grazie».

La giornata è stupenda, il tipo si blocca, mi guarda:
«Comunque hai ragione, è meglio morire in montagna che in un letto d’ospedale».
Fanculo il termine più elegante che penso, non ho voglia di litigare con uno sconosciuto.
Fanculo.

Il Rifugio Pradidali è pieno, sono emozionato come un bambino, già il fatto di essere lì, di dormire tra le Pale di San Martino mi riempie il cuore. Eric, la guida mi chiama.

«Domani pensavo di salire per lo Spigolo Nord, facciamo la cresta, la cima e scendiamo per la via normale, bello vero?»
«Una meraviglia» rispondo.

Sono già in paranoia dura, guardo la cima, lo spigolo, la cresta, non vedo passaggi, sentieri, niente è tutto così verticale, inaccessibile per i miei pensieri.
Ceniamo, pasta al pesto insipida, pollo con patate.
L’uomo che fuma mi chiede se voglio vedere un video di terroristi che tagliano i prigionieri con la motosega, e di un incidente tra un’auto e un cervo, chiaramente con morti e feriti.

«Porca puttana!»

Lo ignoro guardando le foto sul telefonino, mentre lui si beve una caraffetta di vino rosso.

«Certo che non sei proprio di compagnia» mi rimprovera.
«Buonanotte!»
Eric si alza e chiede al gestore se può caricargli il telefono.
«Casomai domani succeda qualcosa…» queste le sue parole.
Sono cotto, troppe parole oggi, che aumentano la paura, chiedo alla guida se possiamo cambiare cima.
«Non esiste, siamo qua e domani andiamo».
Mi risponde lievemente incazzato.

Esco dal rifugio per guardare il tramonto, vorrei una sigaretta, c’è un’aria fredda, mi siedo su un sasso e leggo un Salmo.
«Il Signore è il mio pastore».

Dormiamo in un soppalco in sette, non ho il sacco lenzuolo, la coperta pizzica, il fumatore russa, la notte non passa mai. Riccardo ha paura delle zecche ed è la prima volta che dorme in rifugio.

Partiamo all’alba, Eric sistema i moschettoni e altri ferri strani, Riccardo è tranquillo, la sua prima arrampicata seria, ha una corda azzurra sulle spalle, camminiamo in silenzio, interrotto dal rumore dei moschettoni. Lo Spigolo Nord è sempre al suo posto, ho strane sensazioni, ho paura, rallento il passo, iniziano le difficoltà, non riesco a concentrami.

Eric mi guarda dall’alto e grida:
«Adesso scendo e ti tiro uno schiaffone, siamo qui per divertirci!»

Questo mi basta, non penso più a niente, arrampico come se fosse la cosa più naturale per me, uomo di pianura, guardo Riccardo dietro di me, i suoi occhi puliti, che diventano grandi quando cresce l’impegno, gli strapiombi sotto di noi, la parete verticale sopra, sorrido, Riccardo sorride.

Riccardo è veloce, sembra non avere paura, faccio rotolare qualche sasso, chissà cosa pensa di suo padre, lassù in parete, legati da una corda azzurra, quel padre capace di svegliarlo in piena notte, per ritrovarsi in qualche rifugio all’alba a fare colazione con un piatto di minestrone.

Siamo in cima, non capisco bene cosa è successo, abbraccio Riccardo ed Eric. Dopo dieci ore di silenzio, incazzature, paura, risate, gioia e tanta fatica siamo ritornati al rifugio, abbraccio nuovamente Eric e lo ringrazio. Adesso ci aspettano altre tre ore per arrivare al parcheggio. Sono felice, stringo la mano a mio figlio, ho i polpastrelli arrossati con le bolle, un dolore al petto, guardo Cima Canali e forse vorrei piangere, ce l’abbiamo fatta!

_____
foto:
1. Giancarlo e Gabriele, Bivacco Elio Marussich (2040 m), altopiano Monte Canin.
2. Valentina e Angela, Monte Talm (1728 m), Val Pesarina, Udine.
3. Andrea e Riccardo, Spigolo Nord e traversata Cima Canali (2900 m), Pale di San Martino.

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Questa storia partecipa al Blogger Contest 2020.

Andrea Nosella

Andrea Nosella

Ho una scrittura incomprensibile, cammino e scrivo, lavoro in una farmacia e scrivo, sono sposato e scrivo, a volte mi perdo poi ritorno quasi sempre, ho 5 figli e scrivo, scrivo anche i miei sorrisi.


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