Avevo incontrato nuovi compagni di viaggio con cui condividere la passione per le montagne e avevo intessuto relazioni ed amicizie… e mentre la mia conoscenza cresceva attraverso il fare, mi tornavano alla mente alcune parole di Massimo Mila quando, per spiegare lo strano gergo degli alpinisti che dicono “ho fatto una montagna”, oppure “ho fatto una via”, afferma che l’alpinismo è “un modo di conoscere con i propri muscoli, con la propria carne, con la propria esperienza“.
Ed intanto le pagine crescevano, si riempivano, e quel libro diventava sempre più parte della mia vita.
Ad ogni alpinista volli dare un nome “mitico” che ne rappresentasse, seppur in modo sintetico, l’essenza: ecco allora l’alchimista ed il drago, il mago delle nuvole ed il guerriero dello specchio. Ed in ogni salita cercai non tanto gli aspetti tecnici, i record o le motivazioni alpinistiche ma le spinte più profonde, interiori, umane. Quando il testo fu completo, le foto raccolte, le correzioni fatte,ecco l’ultima tappa ad Ivrea, alla casa editrice Priuli e Verlucca, per l’impaginazione del libro. Ma lui… lui no, non era affatto d’accordo che un simile viaggio potesse concludersi in modo così scontato, la stampa e poi la sua copertina esposta nelle librerie.
Fu allora che mi chiamò Walter Bellenzier, gestore del rifugio Tissi. «Visto che hai scritto quel libro sulla nord ovest, ed hai incontrato tutti quegli alpinisti, mi aiuteresti ad organizzare una giornata in ricordo della prima salita del diedro Philipp Flam in occasione del cinquantesimo? Quando? Beh, nel settembre del 2007. Dove? Naturalmente quassù, ai piedi della parete!»
Ed ecco, l’8 e 9 settembre 2007, i passi di tanti alpinisti che quelle pagine avevano contribuito a far incontrare si unirono per salire al rifugio Tissi. Fu un’emozione indescrivibile camminare assieme a Gogna, Martini, Leoni, Rusconi, Villa, Aste, Panciera, Radin, Heinz, Bellenzier e molti altri, e stare seduti sul terrazzo del rifugio Tissi ad ascoltare Piussi che raccontava, e dopo tanti anni finiva per bere un bicchiere assieme a Redaelli. E quale commozione nei suoi occhi quando con Sonia Livanos, da poco rimasta vedova, fu portato in elicottero a pochi metri dalle vie che tanti anni prima aveva salito!
Al rifugio Tissi arrivarono in elicottero anche la mamma e la sorella di Lorenzo Massarotto, grande alpinista e grande amico, che era scomparso nel 2005 colpito da un fulmine, al termine di una via che avevamo scalato assieme sulla Torre d’Emmele, nelle Piccole Dolomiti. Lorenzo aveva realizzato la prima solitaria della Aste a Punta Civetta e della Livanos alla Su Alto e la prima solitaria invernale del diedro Philipp, con il suo stile unico e inconfondibile, lasciandoci la testimonianza di un alpinismo di ricerca e d’avventura, sempre e per sempre resistente. Lo stesso che praticavano alcuni giovani forti alpinisti saliti con noi al rifugio, che negli anni successivi avrebbero realizzato nuove difficili vie attraverso la parete delle pareti, e che in quell’occasione furono felici di conoscere tanti grandi scalatori, collegando così idealmente passato e futuro.
Al rifugio c’era una gran festa, c’era gioia, commozione, gratitudine… i ricordi sembravano quasi palpabili nell’aria, i racconti si moltiplicavano rinsaldando legami.
Il libro se ne stava là, sopra un tavolo, accarezzato da tante mani che lo sfogliavano, guardato da tanti occhi curiosi, mentre i vari protagonisti si ritrovavano tra le sue pagine e sorridevano, pensando a momenti ormai lontani ma impressi per sempre nell’anima. La parete, ormai immersa nel rosa del tramonto, con i toni che solo settembre sa regalare, li guardava compiaciuta, consapevole che la sua bellezza, quel paesaggio interiore che la faceva così grande, era legata anche a tutti i loro sogni impigliati tra le sue pieghe.
Era stato davvero uno splendido viaggio.
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illustrazioni:
1. La parete nord ovest con i suoi due cuori (ph. Paola Favero)
2. Giovani e vecchie generazioni di alpinisti riunite al rifugio nel settembre del 2007 (ph. Paola Favero)
3. Con Sonia Livanos e Ignazio Piussi, settembre 2007 (ph. Manrico Dell’Agnola)