Chi legge ormai più se può vedere i contenuti? Ad ogni modo, si trattava di un regalo di nonno Ethan. Era scomparso anni prima inseguendo un sogno, un mito. Diceva di essere in cerca di un uomo del passato, che avrebbe ridato all’umanità la sua identità. Che cosa intendesse per identità, non si era mai capito. Certo era che la follia lo aveva portato a vagabondare privo di mezzi e senza nessun confort. In compagnia di un vecchio cane. In poco tempo si erano perse le sue tracce ed ora giungeva questo pacco. Sembrava una collezione di lettere, una sorta di diario. La scrittura era quella del nonno: tante volte avevano scritto assieme storie assurde su mondi antichi, atlantidi sommerse e cime innevate… la neve, che assurdità pensare fosse esistita sul serio. A quel pensiero Mark ebbe un brivido, aprì la prima lettera, stacco il WIFI, spense il cellulare, staccò i fili della tv, si isolò, come di consueto faceva quando giocava con il nonno. E iniziò a leggere:
Dal libro dei ribelli
Sono passati alcuni anni dai primi risvegli, una decina in tutto. Sono pochi, se paragonati al numero originario, ma pur sempre un risultato. Tutto ebbe inizio nel lontano 2019, la terra stava subendo dei cambiamenti climatici repentini che in breve tempo avevano raggiunto quello che viene definito il tipping point, il punto di non ritorno. Non vi era stata quindi altra soluzione che la rassegnazione. Un gruppo di magnati aveva convinto, a suon di dollari, un cospicuo numero di scienziati ad intraprendere un progetto per la salvaguardia, se non dei luoghi, della memoria storica ad essi collegati. Erano quindi giunti alla conclusione di preservare, tramite ibernazione, le fonti dirette: uomini e donne che potessero testimoniare l’esistenza di luoghi destinati alla scomparsa.
Nell’era del Grande Sconvolgimento le trasformazioni presero il sopravvento e nessuno riuscì a prevedere catastrofi che si consumarono nel giro di poche ore. Immense aeree vennero sommerse e con loro chi le abitava, condannando all’oblio la memoria collettiva di intere popolazioni. Città come New York e Venezia, riposavano nel fondo del mare, tristi atlantidi, avvistabili solamente dai turisti sommozzatori più abili. All’inizio della catastrofe, la gente pensò solo a salvarsi e ricostruire quel poco che era rimasto. Quando finalmente le condizioni migliorarono, si cercò di recuperare quelle identità millenarie nascoste sotto i mari. In seguito alla bonifica di un territorio venne alla luce il laboratorio e il progetto a lungo dimenticato, ridette le speranze. Circa un centinaio di corpi erano sopravvissuti, se così si può dire, e in capo a qualche mese i primi risvegli avevano avuto luogo. Una persona in particolare aveva destato subito la curiosità e la speranza di noi ricercatori.