Invece ascolta sempre CD di musica classica, non Bach, Mozart, Beethoven, Brahms, troppo scontati, ma Shostakovich, Mahler, Bruckner, Ligeti: roba pesante insomma, a volte però sente anche musica leggera o jazz: Tom Waits, Leonard Cohen, John Coltrane e ha un debole per Fiorella Mannoia. Fin da bambino ha suonato il flicorno e dai tempi di uno dei suoi primi libri, Porporì (che è un modo dialettale di dire pot-pourri) alcuni dei suoi racconti sono dedicati alla banda di Cannobio. C’è una foto in Porporì, di quella banda, con lui al centro che avrà dieci anni, in divisa e il cappello da capostazione, imbraccia la cornetta e tra le orecchie ha un sorriso talmente largo di felicità che solo un bambino può averlo.
Ancora oggi l’Erminio non è certo una persona triste, ma nei suoi racconti c’è una specie di nostalgia della vita, come se li avesse scritti in paradiso e ce li abbia mandati giù per dirci: “qui in paradiso non è che si stia male, ma la vita è un’altra cosa”.
“Valzer per un amico” è l’ultimo racconto del suo ultimo libro ed è dedicato a Giorgio, che nella banda suonava il clarino e a camminare in montagna era fortissimo ed era anche compagno di Erminio nel Soccorso Alpino, ma un giorno cominciò a restare indietro.
Solo che allora il Giorgio si era già ammalato. In un modo quasi da non accorgersene, o da scambiare il male per qualcos’altro (benchè spesso sia quel qualcos’altro a essere scambiato per male). Avevamo corso insieme la Maratona della Valle Intrasca e non sapevamo che sarebbe stata la sua ultima. Non lo si sa mai, o si finge di sì, liquidando con una battuta ciò che in fondo è un esorcismo. Restava indietro e mai mi era accaduto né mai mi sarei aspettato.
Una volta Giorgio ebbe l’idea di andare con la banda a suonare in cima all’Allalinhorn, un Quattromila del Vallese. Si sa, nella banda non ci sono violini, viole e contrabbassi, ma, a parte le percussioni, solo strumenti a fiato, e sui Quattromila di fiato ce ne vuole tanto anche solo per respirare:
E in quell’aria leggera le nostre note se le prendeva il tempo che di tutto fa giustizia e tutto cancella. Modeste melodie, come le raccomandazioni di poveri amanti.