3° giorno – Paura nel canale Holzer
L’indomani riecco la nebbia. E’ difficile scendere verso il Passo Fedaia, la nevicata notturna ha coperto ogni precedente traccia. Dal Passo, anziché risalire i pendii del Padon con le pelli, dato che la seggiovia è stata spazzata via da un enorme slavina, decidiamo di salire tutti sul furgone. Ad Arabba risaliamo con gli sci in spalla il Belvedere e poi scendiamo l’immacolato Forfesc che ci porta agli impianti del Passo Pordoi. Mentre stiamo mangiando un piatto di goulasch a Chez Maria, arriva Tom Leitner che si aggiunge al gruppo per le prossime discese nei canali del Pordoi.
Visto che sta nevicando e c’è vento, optiamo per il canale Holzer, una famosa discesa ripida, incassata tra pareti verticali che ci permetteranno di avere una buona visibilità. Nel canale assicuro con la corda il Jeremy Bernard mentre è impegnato a fotografare, in posizione un po’ esposta, Bruno, Tom, Minna e Seth. Terminati gli scatti lo slego, scendo di qualche metro sotto la cascata di ghiaccio (quest’anno è coperta di neve) e in quell’istante sento gridare: “attentiii!”.
Il forte vento che soffia fuori dal canale ha accumulato e probabilmente ha rotto una cornice di neve che si trova alla sommità e ora questa ci sta arrivando addosso ad una velocità impressionante. Ho appena il tempo di spostarmi a lato del canale e piantare i bastoncini al contrario, come ancoraggio, che la nuvola di neve ci prende in pieno con una forza sconcertante. Qualcuno urla, ma non si capisce nulla e nemmeno si vede nulla.
Appena la situazione si calma ci rendiamo conto che sono spariti Nate e Simone. Cominciamo a chiamarli urlando, sperando che ci rispondano. Porto istintivamente l’artva in posizione di ricerca ma ecco che li vedo, qualche centinaio di metri più in basso in val Lasties, seduti sulla neve. Nella sfortuna tutto è andato bene, non si sono fatti niente. E’ un vero miracolo che non abbiano sbattuto contro le pareti del canale.
Per rilassarci torniamo al Passo Pordoi. Nel pomeriggio il tempo migliora e ci regala una Val Mesdì vergine e sorprendentemente siamo solo noi nella luce del tramonto, surreale!
Scendiamo a Corvara dove pernottiamo.