fissa immagini e memorie attraverso i nostri sensi, esonda carica di emozioni dai nostri occhi lucidi, crea legami che si spingono aldilà delle banalità dove, senza indugi, parli con sincerità con il cuore in mano e ti permette di ridere a crepapelle senza imbarazzi.
Pindars Peak ricorda un po’ il Cervino. Si staglia orgoglioso nel cielo, primo baluardo alle tempeste e ai venti gelidi che giungono dal Polo Sud, aldilà della curvatura dell’orizzonte. Da Franklin, nella valle dello Huon dove abito, in un’ora si arriva a Lune River, un paesino di una decina di case sparse attorno ad una piccola stazione ferroviaria che venne costruita nel 1919 per il trasporto di calcare dalla cava, ai piedi delle Southern Range, fino al molo di Ida Bay sull’oceano.
Migliaia di vermi luminosi pendono dal soffitto della grotta e ti sembra di vedere un meraviglioso cielo stellato.
Dal parcheggio della cava parte il sentiero per i Moonlight Flats e sempre da lì un altro sentiero conduce ad una grotta enorme che inghiotte il torrente Mistery Creek. Penso che nessuno abbia mai esplorato questo labirinto di caverne nella sua interezza, ma basta addentratisi per alcune centinaia di metri per rimanere a bocca aperta dallo stupore. Migliaia e migliaia di vermi luminosi (Arachnocampa luminosa) pendono dal soffitto della grotta e ti sembra di vedere un meraviglioso cielo stellato.
Dentro questa grotta, alcuni anni fa, condussi due entomologi del Museo di Scienze Naturali di Torino, erano alla ricerca di insetti ancora ignoti. Dopo un’infruttuosa perlustrazione eravamo tutti un po’ delusi, fino a quando vidi nel fascio di luce della mia torcia un insetto. Lo raccolsi e scherzandoci un po’ su lo mostrai ai ricercatori. Fu così che venne scoperta una specie di scarabeo sconosciuto all’umanità. Mi promisero che lo avrebbero chiamato con il mio nome, cosa che non fecero, ad ogni modo rimangono i loro ringraziamenti sul testo scientifico che pubblicarono.
Il sentiero sale ripido, all’inizio tra una folta vegetazione di eucalipti e poi tra varie specie autoctone. In circa 4 ore raggiungiamo un vasto altopiano con bassa vegetazione dal quale si accede ai Moonlight Flats: le cime piatte di quattro colline separate tra loro da un lieve dislivello. Lo spettacolo della natura è affascinante: migliaia di ettari selvaggi, indifferenti alle vicende umane, in cui vivono indisturbati da millenni animali timidi ed unici al mondo.