La Peltastis – storia di un naufragio

testo e foto di Luca Da Damos  / Alpago (BL)

01/12/2017
4 min

Mi chiamo Theodoros Belesis, comandante della nave Peltastis, battente bandiera greca e questa è la mia storia.
Siamo salpati da Sv. Juraj, angusto porto dove abbiamo caricato legname da trasportare a Rijeka. È in arrivo una grossa perturbazione e quel vento che da queste parti viene chiamato bora. Sarebbe meglio attendere in porto, o quanto meno costeggiare il lato occidentale dell’isola di Krk. Purtroppo né l’una né l’altra soluzione sono praticabili, in quanto il carico di legname che trasportiamo deve essere a Rijeka entro domani mattina e incrociare tra le isole di Krk e Cres significherebbe allungare la rotta almeno del doppio, sconveniente in termini di tempo e di denaro. Conosco le onde dell’Egeo e la rabbia del meltemi. Imparerò a confrontarmi anche con quella della bora.

La nave rolla e beccheggia, ma fatica a procedere. Soprattutto è il vento che ci costringe a procedere molto lentamente. Il sole di gennaio tramonta presto e tra un po’ calerà il buio sul canale delle tempeste.
Fatichiamo a procedere e tenere la rotta a causa dell’aria satura di spruzzi e del nevischio che cade da qualche ora. È come sbattere contro un muro di vento e il mare sembra in salita. La neve si attacca alla battagliola della nave fino a creare un ventaglio di ghiaccio sottovento.
È come galleggiare nel nulla.
È quasi bello.
Il primo ufficiale mi raggiunge in plancia. Mi ha portato qualcosa dalla mensa.
Io non sono sceso con gli altri a mangiare. Io sono il comandante. Io e solo io ho deciso di seguire questa rotta.

Logo Blogger Contest2017_300x175
L'anemometro oramai passa i 100 nodi e più che una burrasca sembra un mostro che urla tutta la sua violenza sul mare e sulla Peltastis.
luca da damos_bc17_02

L’anemometro oramai passa i 100 nodi e più che una burrasca sembra un mostro che urla tutta la sua violenza sul mare e sulla Peltastis. È un attimo, ma subito mi riprendo. Macchine avanti tutta. La voce del macchinista arriva serena dall’interfono.
– Più di così non si può.
Un orrendo schianto scuote la nave. Una falla, la sala macchine è quasi completamente allagata. Il mio primo mi guarda ancora per un istante, poi si precipita fuori dalla cabina, corre per la nave, raduna l’equipaggio e fa buttare tutti nell’acqua gelida. Prima di gettarsi si gira per un’ultima volta verso la plancia di comando e mi guarda.
Io sono in piedi, solo, davanti alla ruota del timone, oramai bloccato e immobile. Lo saluto, con la mano sul cappello, è un istante, poi lo vedo sparire oltre la murata.
Finalmente ora tutto è silenzio.
Il silenzio degli abissi.

L’8 gennaio 1968, la motonave Peltastis naufraga sulle coste di Krk, tra la baia di Soline e il porto di Silo. Dei 12 uomini dell’equipaggio se ne salvarono solo 4. Del comandante nessuna traccia.
Poi durante l’estate successiva, alcuni pescatori subacquei si avvicinarono al relitto e curiosando tra le finestre delle cabine, notarono una figura umana, saponificata. In piedi, solo, davanti al timone, sul ponte di comando, il comandante Theodoros Belesis era affondato con la propria nave.

Nelle giornate più furiose di bora, lungo le scogliere rotte dal mare o vicino al fanale d’entrata della baia di Soline, dove il bosco scende a lambire l’acqua qualcuno racconta di avere visto un uomo. Si muove piano, attento che il vento non gli faccia perdere l’equilibrio e se lo porti via con sé.
Non è facile incontrarlo, ma chi avesse l’audacia e l’ardire di visitare quelle falesie che incombono sul luogo del naufragio, nelle giornate in cui la bora soffia più forte e l’aria è satura di mare, potrebbe avere la fortuna di conoscere Theodoros Belesis, comandante della nave da carico Peltastis, battente bandiera Greca e ascoltare la sua storia.
Così com’è successo a me.

Luca Da Damos

Luca Da Damos

Marinaio di montagna, scrittore notturno, alpinista fallito, pilota di parapendio, viaggiatore onirico, padre a tempo pieno di numerosa prole.


Il mio blog | Ho provato a tenere un blog, ma non sono capace di usarlo. Mi tocca pubblicare in modo tradizionale.
Link al blog

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Esplora altre storie

Ho già avuto occasione di scrivere come, lassù, sulle antiche frazioni sopra Alagna, ci... Ho già avuto occasione di scrivere come, lassù, sulle antiche frazioni sopra Alagna, ci siano una miniera di belle storie e una tribù di...

Vagabondare per noi era andare dove ci portava la voglia di arrampicare, ma il... Vagabondare per noi era andare dove ci portava la voglia di arrampicare, ma il senso principale era quello di non sapere al mattino dove...

Hai strappato la tua laurea in Giurisprudenza, hai regalato i vestiti firmati che ti... Hai strappato la tua laurea in Giurisprudenza, hai regalato i vestiti firmati che ti facevano... ...

"Un boato, un tremore, poi un colpo secco. Vetri in frantumi, urla, sassi e... "Un boato, un tremore, poi un colpo secco. Vetri in frantumi, urla, sassi e polvere. Millenni di storia sgretolatisi d’improvviso. La Torre delle Aquile...

Ne aveva sentito parlare fin da quando era bambino, dagli anziani del villaggio e... Ne aveva sentito parlare fin da quando era bambino, dagli anziani del villaggio e dai suoi nonni, e il sogno di trovarla non lo...

A ripensarci mi viene da sorridere perchè io, oramai più di quarant’anni fa, ci... A ripensarci mi viene da sorridere perchè io, oramai più di quarant’anni fa, ci avevo provato a fare i conti con il Monte Analogo....

Cronaca di una salita al Castore ... Cronaca di una salita al Castore ...

Spesso gli uomini consegnano alla storia vicende che hanno dell'incredibile e a distanza di... Spesso gli uomini consegnano alla storia vicende che hanno dell'incredibile e a distanza di anni, se non documentate, sembrano esagerazioni o fantasie. Le "sort...

"E’ l’unico luogo in cui ci sia il silenzio, il vuoto, dura alcuni istanti... "E’ l’unico luogo in cui ci sia il silenzio, il vuoto, dura alcuni istanti dicono. Non si trova una soluzione meno drastica. Non esistono...

I ricordi di Luisa ci trasportano in un periodo molto recente,eppure quasi fiabesco. Esiste... I ricordi di Luisa ci trasportano in un periodo molto recente,eppure quasi fiabesco. Esiste ancora un alpinismo che è stile di vita? ...