Tutto è stato assorbito da tanto altro. Affetti, dolore, sofferenza ma anche la possibilità di rinsaldare e vivere legami antichi in modo nuovo e differente. Così che è stato bello vivere questo periodo e questo è stato probabilmente l’ultimo e più bel regalo di mio padre.
Il contrappasso a rinunciare a vivere la montagna e i grandi spazi, l’ho trovato ritagliando ore e minuti durante la settimana in cui poter scaricare le tensioni che comunque, naturalmente, si accumulavano.
Ho cominciato così a correre, provando a gestire la cosa in maniera funzionale ed efficiente. Il che sostanzialmente vuol dire “programmando allenamenti”. Il risultato è stato di guadagnarmi una forma fisica che, probabilmente, erano decenni non possedevo.
Così, intimorito come quando inizio una discesa ripida al limite con la mia capacità tecnica o come quando sono sotto una parete da salire arrampicando, domenica passata ero per la prima volta in vita mia dietro al nastro di partenza di una gara di corsa, per la precisione di un trail, una di quelle corse che si compiono su sterrati fra boschi, pianure, dislivelli e torrenti.