Reportage

I COLORI DELL’ISTRIA IN BICI

testo e foto di Francesca Nemi

06/03/2021
3 min
Borghi di pescatori, luoghi ricchi di storie, villaggi rurali dell’entroterra collinare e suggestioni mediterranee. E soprattutto una vasta rete di piste ciclabili e strade poco o per nulla trafficate.

Il blu del mare con la costante presenza dell’Adriatico negli occhi ad accompagnarmi. Il verde della natura, verace e rigogliosa, risparmiata all’intervento umano. Il bordò del vino istriano. Sono questi i colori che hanno accompagnato il mio viaggio in bici. 600 km in 10 giorni di un normale e torrido mese di agosto. Un tour in mountain bike che mi ha permesso di scoprire una rete di comunicazione fatta di strade, sentieri e singletracks.

Una ferrovia tra Italia, Slovenia e Croazia
Per il primo tratto del mio percorso ho scelto un ex tracciato ferroviario, (Parenzana) che collegava Trieste a Parenzo, percorrendo ciò che resta della vecchia ferrovia a scartamento ridotto da 760 mm. Fu costruita nel 1902 dall’impero austro-ungarico e quando, alla fine del 1935, iniziò a non essere più così conveniente si fermò per sempre.

Al confine con la Croazia la ciclabile si affianca per pochi chilometri alle saline di Sicciole, prima di salire, sconfinare e inoltrarsi verso l’interno dell’Istria. Lo sterrato, tra lunghi vigneti e bosco dove il silenzio regna sovrano, è il fondo che caratterizza quasi tutta la parte croata. Viadotti, vecchie stazioni ferroviarie, lunghi tunnel illuminati si succedono fino a Grisignana, cittadina medioevale dell’entroterra, che vicoli ciottolati e abitazioni in pietra rendono un piccolo paradiso.

Abbandonato a Parenzo l’antico tracciato ferroviario ho scelto di proseguire fino a Premantura (punta sud dell’Istria) su sentieri e singletracks costeggiando il canale di Leme e intercettando per brevi tratti la strada statale che costeggia il litorale istriano.

E poi di nuovo verso Nord puntando al cuore dell’Istria, a Pazin. Un saliscendi di dolci colline coronate da rigogliosi vigneti in un infinito avvicendarsi di magnifiche cittadine medioevali: Sanvincenti, Canfarano, Gimino, Colmo, Rozzo e poi di nuovo il ritorno attraversando la Slovenia ed infine Trieste.

Cosa porto a casa?
Il continuo confronto con me stessa, i sorrisi e la calda ospitalità di un territorio dalle suggestioni mediterranee. La consapevolezza che anche se scegli di partire da solo finirai poi per non esserlo quasi mai, in un continuo avvicendarsi di volti che stupiscono per la loro ospitalità, l’aiuto incondizionato e la curiosità per il tuo viaggio.
E proprio riguardo alla solitudine recentemente un amico ha posto la mia attenzione su un testo teatrale di Albert Camus “Caligola”:

[…] La conosci tu la solitudine?
Sì, quella dei poeti e degli impotenti.
La solitudine?
Quale solitudine?
Ma lo sai che non si è mai soli?
E che dovunque ci portiamo addosso il peso del nostro passato e anche quello del nostro futuro?
Tutti quelli che abbiamo ucciso sono sempre con noi.
E fossero solo loro, poco male.
Ma ci sono anche quelli che abbiamo amato,
quelli che abbiamo amato e che ci hanno amato.
Il rimpianto,
il desiderio,
il disincanto e la dolcezza,
le puttane e la banda degli dei!
La solitudine risuona di denti che stridono,
chiasso, lamenti perduti…
se soltanto potessi godere la vera solitudine,
non questa mia solitudine infestata dai fantasmi,
ma quella vera,
fatta di silenzio e
tremore d’alberi. […]

Francesca Nemi

Vado in montagna, scrivo, fotografo. Non sempre, non per forza seguendo un ordine. Simpatizzante dei cambiamenti. Ho i miei tempi, e a non volerli rispettare si finisce sempre fuori tempo.


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2 commenti:

  1. Gianfranco ha detto:

    Ciao Francesca ti scrivo per conto della fiab di Belluno. In breve e caso mai ne parliamo meglio poi ma ci piacerebbe averti come ospite alla nostra rassegna sul viaggiare in bici da gennaio a marzo 2022. Se la cosa può interessarti ci sentiamo via mail. Intanto grazie e complimenti. Gianfranco.

    1. Francesca ha detto:

      Gianfranco ciao, ti ringrazio innanzitutto per la lettura. Ti lascio la mia email: francesca.nemi@gmail.com così da poter parlare del resto. Un saluto, a presto
      Francesca.

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