audiostoria di Jonathan Ferramola / Bologna
Un racconto in verticale, parete dopo parete, cordata dopo cordata, è come districare un nodo fitto di connessioni, legami, avvitamenti e legature. Ti animi, ti scoraggi, senti le prime vertigini, rinunci, aspetti, ricominci timidamente, senti le prime vampate di caldo emotivo, poi freddo intenso, poi più nulla. Estasi e catarsi, pace e sollievo. Sei finalmente arrivato in cima…
Ma come Salgari che scrisse di pirati della Malesia senza mai uscire dall’Italia, così l’umile narratore di questa storia in verticale, sente il brivido delle cime del mondo senza mai aver superato quota 2000, se non in una comoda cabinovia. Questione d’amore e di vertigini anche.