Ad un tratto quella che prima era una specie di nebbia verde inizia a prendere forma: compaiono delle fasce che lentamente attraversano il cielo e aumentano di luminosità, ora le bande di luce verde cominciano a traslare, ed a spostarsi nel cielo ormai quasi sgombro di nuvole; scatto alcune foto e mi godo quello spettacolo, unico e quasi magico! Sono indeciso se andare a chiamare i miei amici o se lasciarli riposare… Per il momento decido di restare fuori da solo: l’intensità è aumentata, ma non è molto più forte di quella vista solo pochi giorni fa… E poi, penso, se veramente avessero voluto vederla sarebbero stati qui fuori anche loro…
Poco dopo, come si erano formati, i disegni nel cielo cominciano ad affievolirsi quasi a scomparire; mentre comincio a prendere in considerazione l’idea che sia giunto il momento di rientrare a scaldarsi e riposare, qualcosa cambia! Una nuova luce verde si accende all’orizzonte ma non riesco a vedere bene… In quel punto continuano ad esserci alcune nuvole, ma mi rendo subito conto che questa volta la luce è molto più luminosa e, come prima, comincia a muoversi nella notte. Le bande, ora di un verde acceso, si spostano in una zona libera del cielo e da quel momento in poi mi trovo ad osservare uno spettacolo che non credevo possibile!! Ora non è più solo verde: iniziano a comparire fasce di luce viola e blu! La luce non è più una fascia che lentamente si muove nel cielo: adesso sembra molto di più qualcosa dotato di vita propria che corre nel buio della notte nordica, come se lassù le luci del nord stessero danzando per regalarmi uno degli spettacoli più belli che si possano immaginare.
Mentre rimango con lo sguardo fisso verso l’alto prendo una decisione: devo avvertire gli altri! Non posso non farlo: mi sentirei un egoista se rimanessi fuori da solo senza avvertirli di quello che stanno perdendo! Mi lancio di corsa attraverso il prato innevato, salto un fosso ma a causa della neve calcolo male il punto di atterraggio e mi ritrovo sdraiato, faccia nella neve! Una frazione di secondo e sto di nuovo correndo verso la porta di ingresso: non ho tempo da perdere, non so quanto possa durare ancora la danza della luce.
Spalanco la porta: non c’è nessuno: tutti sono nelle camere al piano di sopra; senza pensare grido lungo le scale: ”Northern lights, it’s amazing, come out, trast me!”. Spero che abbiano sentito, mi giro e mi tuffo, nuovamente di corsa, verso il punto dove ho lasciato la macchina fotografica a scattare, salto il fosso (questa volta senza capitomboli) e poco dopo sono di nuovo davanti al treppiede.
Sono bastati pochi secondi, ora è di nuovo un’aurora “normale”, i colori sono spariti e le luci hanno smesso di rincorrersi, ora il cielo è solcato solo dalle grandi fasce verdi che c’erano poco fa.
Solo due dei miei amici escono dalla casa, mi dispiace che il picco di attività sia finito e spero non dispiaccia loro di essere stati chiamati per qualcosa che ormai sembra essere passato; altri si affacciano dalle finestre per vedere il motivo di tanta agitazione.
Restiamo fuori a parlare e ad osservare quella luce verde sperando succeda di nuovo qualcosa. I minuti scorrono lenti, il freddo inizia a farsi pungente e per la seconda volta inizio a considerare l’idea di rientrare… ma per la seconda volta qualcosa cambia: le fasce di luce riprendono forza e ricominciano a muoversi in quella danza ipnotizzante. Questa volta, però, è ancora diverso: si sta ripetendo la sequenza di prima, ma non più all’orizzonte bensì quasi sopra le nostre teste! Molto più intensa di prima l’aurora si muove, verde blu viola, scorre nel cielo come fiume in piena: un turbine di luci che illumina il paesaggio, molto più luminosa di quanto potessimo immaginare e molto più veloce!
In quei momenti, durante lo svolgersi di tutto questo, quasi non riusciamo a parlare: possiamo solo restare a guardare verso l’alto, quasi non credendo ai nostri occhi, ammutoliti da tanta bellezza!
Non riesco a definire esattamente quanto tempo sia durata: forse qualche minuto o, magari, poche decine di secondi… Ad un certo punto smetto anche di scattare foto: per la prima volta, nella mia vita di fotografo, voglio godermi completamente il momento, senza dovermi preoccupare di pensare a parametri di scatto, esposizioni e composizione dell’immagine!
bel racconto di un bel momento, mi sembrava di essere lì con te