#7 – Luserna, Alpe Cimbra, Trento
Io bambino cammino per il mio paese in cima alla montagna, riconosco la strada che dalla piazza piccola porta alla piazza grande, la strada è senza asfalto e la luce e i colori sono quelli di una fotografia virata a seppia. Anni sessanta del secolo scorso.
È un pomeriggio di giugno che le scuole sono appena finite, vado alla Privativa, cammino piano, devo prendere le Alfa per il mio papà un pacchetto di tabacco trinciato forte per la nonna e anche il sale, so che comprerò l’Intrepido e al ritorno devo prendere il pane.
Sulla porta del suo negozio c’è l’uomo delle scarpe, mi chiama, dice che ha pronti gli scarponcini che gli ha ordinato la mamma. Il negozio delle scarpe è il mio preferito, è dentro una cantina scura e odora forte di cuoio, l’uomo siede quasi sempre al suo deschetto dove sono appesi una miriade di piccoli strumenti, ha la magia nelle mani l’uomo delle scarpe, da un pezzo di pelle informe in poco tempo modella la tomaia di un elegante stivaletto da signora, stivaletto che non venderà mai a nessuno che qui non ci sono signore da stivaletti eleganti. Mi piace stare a guardare l’uomo delle scarpe quando lavora, è buono con me anche se ogni tanto dice qualche sconcezza alle donne. Io adulto penso che quest’uomo aveva smesso da un pezzo di fare scarpe quando se ne era andato, nella vita vera fuori dal sogno aveva trascinato i suoi ultimi anni su una sedia a rotelle di legno e gli colava la bava dalla bocca.