n.3
UN DOPPIO LIMPIDO ZERO
POESIE SCELTE 1945-1980
Raffaele Carrieri
Sugli scaffali dedicati alla poesia, che grazie a Dio sono sempre meno relegati negli angoli più bui delle librerie, si è fatto spazio in questi ultimi anni una nuovissima casa editrice, nata come blog per pochi, con una idea semplice quanto rivoluzionaria: dare valore alla poesia di oggi e di ieri coordinando l’emozione della carta stampata e l’universalità del web[1]. E proprio grazie alla squadra di Andrea Cati che possiamo, tutti, godere di un autore incredibilmente poco conosciuto ancora oggi.
Un doppio limpido zero raccoglie molte delle poesie scritte da Raffaele Carrieri[2], un poeta la cui vita è stata un romanzo. Il sogno di ogni poeta, è un po’ anche il nostro sogno, è quello di poter vivere tante vite: Raffaele Carrieri le ha vissute. E le ha messe in poesia[3]. Ho incontrato i suoi scritti casualmente in un romanzo di Desiati nato, come Carrieri[4], in una terra desolata eppure stupenda come è Taranto. I suoi libri, prima di questa nuova raccolta, sono introvabili se non nel mercato dell’usato.
Bentornato Carrieri, finalmente. La pubblicazione di Interno Poesia raccoglie trentacinque anni di una produzione poetica (anche se le prime poesie Carrieri le ha scritte a diciotto anni) che parte dal “Lamento del Gabelliere”, pubblicato nel 1945, a “La ricchezza del niente” scritta pochi anni prima della scomparsa dell’autore avvenuta nel 1984.
Dentro ci sono oltre centocinquanta poesie che ben raccontano l’uomo che le ha scritte, i paesi dove ha vissuto, i tempi che ha attraversato, le persone che ha amato, le ferite e le carezze che ha raccolto: un giro del mondo poetico tracciato da una persona incredibilmente capace di assorbire, per poi restituire sotto forma poetica, una cultura ibrida, arcobaleno, piena di maschere d’Africa, di suggestivo Oriente, di colori surrealisti, di spose bambine che navigano sul Reno.
Aprite a caso questo libro, leggete una poesia. Poi rileggetela. Ad alta voce. Sarete lì, con una vecchia capra ad attendere il diluvio, con un rondinone caduto tra Ascona e Locarno, in volo a ottomila metri verso le porte dell’Africa, a vendere clandestinamente calze a Place Blanche e al Boulevard Montmartre, in un porto fuori mano con case piccoline dove i capitani più non partono. Perché la poesia è anche questa: un viaggio senza nessuna valigia.
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[1] Per conoscere la storia di questa bella esperienza editoriale: https://internopoesialibri.com/chi-siamo
[2] Raffaele Carrieri lo abbiamo già incontrato, noi di altitudini.it, questo inverno con una delle sue poesie che ha accompagnato la nostra strenna natalizia.
[3] Riprendendo e adattando le parole di Giuliano Gramigna scritte nel 1976 nell’introduzione di un’altra corposa raccolta dedicata al tarantino: soldato e doganiere, amico di artisti eccezionali come Picasso, giovane emigrante da terre poverissime e terre poverissime, venditore di bibite in Marocco e di cammelli al Cairo, marinaio, flaneur parigino e finalmente critico d’arte, giornalista, scrittore. Poeta.
[4] Raffaele Carrieri vince nel 1953 il Premio Viareggio, poi nel 1959 il Premio Chianciano e, ancora il Premio Tarquinia-Cardarelli nel 1967 e, nel 1970, il Premio Internazionale Taormina.