E’ un giro in montagna che sale forte e scende forte, è brutale ma bello, spigoloso e sfacciato, pensato da gente che ama la montagna e ci vive, che i giri li pensa non per andare incontro a fatica gratuita, ma per godere di posti il cui biglietto d’ingresso si paga con il sudore, con graffi e imprecazioni, soprattutto se si decide di andarci in bici.
Non vedevo l’ora di provare questi sentieri, perché chi ha pensato ad un giro simile non ha nulla da guadagnarci e tanto meno da perderci, poco importa se riceverà qualche lamentela, alla fine lo fa solo perché vuole condividere angoli nascosti di luoghi spettacolari, con persone che possono apprezzarne il valore e se alla fine ci saranno complimenti allora saranno graditi, ma di certo non attesi.
La sera prima della partenza
Ho scelto di arrivare la sera prima della partenza, salendo da Strigno fino al Rifugio Carlettini dove inizia e finisce il giro, così da capire appieno con che evento avrò a che fare. La cena, a quanto pare, è un rito della Tracks6000. Ascolto i discorsi che nascono tra un boccone e l’altro e capisco come nove presenti su dieci ritornano qui ogni anno attirati da un evento che garantisce sempre nuove fatiche e nuovi panorami. A fine cena Ildebrando – è lui l’artefice della Tracks6000 assieme alla sua compagna Michela – prende la parola per un breve briefing e con altimetria alla mano ci anticipa i tratti di portage obbligato. Ci spiega com’è stato difficile tracciare il percorso dopo il disastro dell’ottobre scorso: gli alberi caduti come stuzzicadenti avevano sbarrato sentieri e stravolto la morfologia delle valli qui vicino e non solo. Per questo l’edizione 2019 sarà dedicata all’albero.
Mentre ascolto Ildebrando, la cosa che più mi colpisce è il loro desiderio di ritornare alle origini della Tracks6000, ovvero ad un giro che si ama o si odia, un giro per mountain bike per tutti i gusti di questa disciplina, tracciato senza badare troppo alla fatica che c’è da fare, ma dove ogni singolo chilometro è pensato per lasciare qualcosa a chi vi partecipa. E infine l’impegno dei due giovani organizzatori di rimanere in coda al gruppo per assicurarsi che non rimanga nulla del nostro passaggio.