Cercare per ore, a volte per giorni
Paolo è un fotografo rubato all’agricoltura ma quest’ultima, credo, non ne risentirà. Ha già raccontato in modo intelligente l’incredibile storia delle Vacche Ribelli[4] e della loro resistenza agli umani portata avanti a pochi chilometri da Genova. Ha partecipato, qualche mese fa, al Blogger Contest portando un pezzo di sè[5].
Noi siamo contenti che abbia deciso di girare per le Valli meno mainstream, già segnate dall’abbandono, e cercare per noi. Come lui stesso dice “cercare per ore, a volte per giorni” per regalarci ritratti immediati quanto veri dell’animale che più di ogni altro sta al centro di polemiche, notizie e (forse) interessi che nulla han fatto se non rendere tutto più incomprensibile e parziale. E così ecco che con INCIVILI siamo lì, un po’ discosti, molto imbarazzati, ad incrociare gli sguardi, i giochi, le lunghe corse di quei lupi che, senza pudore, vivono tra quelle montagne che non riconoscono più l’uomo come sovrano. L’Appennino Ligure, le Valli Cuneesi, l’Appennino Abruzzese ci appaiono splendidi e tristi come non mai e le orecchie ritte del cucciolo sorpreso nel suo gioco ci arrivano da un tempo che non è più il nostro.
Chissà se, aprendo INCIVILI con la frase di Herzog, Paolo avrà voluto, forse inconsciamente, portarci là con le sue foto, nelle fantastiche nature ostili a (quasi) tutti gli uomini che il crucco visionario ci ha fatto intravedere con Il Diamante Bianco e, di più, con Grizzly Man[6].
Paolo Rossi non usa capanni, non ci svela nulla dei lupi che fotografa, dove questi hanno la tana, dove si incontrano, nelle foto difficile persino scorgere i segnavia sbiaditi di sentieri una volta camminati. C’è una parete di cristallo tra noi e i lupi e Paolo, unico battitore libero, se ne sta con gli animali dall’altra parte. Con loro. Perché se li insegui per anni, se ne cogli le azioni più intime, quei lupi non possono essere un tuo nemico. E sfogliando INCIVILI è difficile credere alle dichiarazioni apocalittiche di molti. Non perchè non abbiano ragione. Perchè in quei paesaggi con animali l’apocalisse è già passata.