Qui venivo da bambino in inverno a sciare sulle ampie piste che mi permettevano di giungere velocemente a fondo valle ed inoltre, in estate, con tranquille e piacevoli escursioni che, a mano a mano, mi permettevano di incunearmi in ambiti più impegnativi, o verso il rifugio Puez a nord, ad un paio di ore di cammino, occhieggiando il laghetto di Crespeina, oppure dalla parte opposta del Passo (Gardena), verso est per uno stretto sentiero, verso il rifugio Pisciadù a circa 2600 metri, ai piedi della maestosa cima omonima e accanto al lago dalle acque cristalline, oramai, purtroppo, quasi completamente prosciugato.
La Val Setus, con le incombenti pareti verticali che le prime volte procuravano in me un certo timore, quasi sembravano piegarsi sovrastando il mio cammino.
Che piacere però quando, svalicando l’ultimo anfratto roccioso, mi trovavo a bearmi di quello stupendo paesaggio, il lago luccicante di fronte ed in basso che rifletteva le imponenti cime circostanti, pace e inserimento totale nella natura.
Possiamo senz’altro affermare che la Val Gardena è stata, nel panorama internazionale del turismo montano e sciistico, la numero uno sia per accoglienza che per l’eccezionale organizzazione tecnico turistica.
Indubbiamente la natura ha favorita non poco l’ intera valle, difficilmente, si riscontra nei vari luoghi montani un assieme così esteticamente superlativo.
I gardenesi per contro, hanno saputo gestire con enorme lavoro ed accortezza l’insieme traendone un magico profitto e rendendola una delle località del nostro Paese più apprezzate ed invidiate.
Per anni ed anni si è parlato di inquinamento, ozono, plastiche, mari, temperature…, promesse, studi, valutazioni, qualche modesto intervento!
Nessuno aveva compreso appieno la tragedia che si stava completando col nostro frenetico, sfrenato ed abituale bisogno di dover “consumare“, andando contro al nostro immediato interesse ed infine contro la natura stessa che pure benevolmente sempre ci soccorreva.
Molto si era parlato di temperature sempre più elevate, che facevano sciogliere i ghiacciai alpini ed intaccavano il permafrost, minando i ghiacci perenni dei Poli, danneggiando irreversibilmente e portando all’estinzione molte specie sia vegetali che animali.