NEL MARE DEI VICHINGHI
Copenhagen, giugno 2019
Ci incontriamo una mattina di fine marzo a Copenhagen. Nevica e tira un ventaccio che ghiaccia qualunque voglia di stare fuori.
Riconosco subito la sagoma grigia che avevo visto sulla foto dell’annuncio. E’ bellissima: in una frazione di secondo decido che lei sarà la mia prima barca. Frida ha i fianchi stretti, il muso affilato e metà del peso nella sua chiglia lunga. Qui in Scandinavia la chiamano semplicemente IF boat, abbreviazione di International Folkboat, un cabinato svedese in vetroresina di 8 metri.
Finalmente arriva l’estate anche in Danimarca. Dopo una settimana di preparazione in porto partiamo verso la Svezia. E’ molto tempo che Frida non naviga e ora sembra contenta di aver ripreso il mare. Nonostante le vele abbiano la stessa età della barca, quasi cinquantenne, filiamo veloci verso sud. La barra è sempre morbida come pure il passaggio sulle onde, bisogna solo stare attenti al traffico di navi. Dopo due giorni e una notte di navigazione ancoriamo in puro stile Mar Baltico. Si getta l’ancora di poppa e poi lentamente, di prua, ci si avvicina agli scogli di granito. In molti posti ci sono degli anelli di acciaio ai quali attaccarsi; negli ancoraggi più selvaggi si approfitta di un albero oppure si usa un picchetto ben infisso in una fessura della roccia. Sbarchiamo la piccola cucina a cherosene e ci prepariamo la cena sulla “nostra” isola.
Il mio sogno da sempre complimenti a te che lo stai realizzando