Racconto

PIETRIFICATI

testo e foto di Apolae

22/03/2024
3 min
Il termine dei tornei sportivi coincideva con la fine del primo semestre, che rapida svuotò il campus come un lavello pieno a cui viene tolto il tappo.

Lo Spring Break era cominciato, l’aspettavano tutti e quasi tutti come di consueto volarono a Miami per una settimana di sfascio garantito, eccezion fatta per i residenti che non vedevano la famiglia da un pezzo e approfittarono per spargersi lungo l’Alabama.

Il mio amico Ramón, invece, che sarebbe tornato in Messico, mi aveva invitato a Puerto Vallarta dove sarei stato trattato come uno di loro, questo era certo da metterci la mano sul fuoco, tra una carezza alla moglie e una al figlio, che poi Pablito tu non devi lasciarla Greta, senti a me amigo, è solo una crisi passeggera perché siete lontani e l’oceano vi divide ma il Signore lo sa perdìo che vi amate, sì, lui vi protegge da una nuvola di misericordia se capisci cosa intendo, quindi adesso resisti altri due mesi e al ritorno te la sposi, ok? Eh, ok?

Me lo urlò contro al bavero che gli sventolava in bocca, la sera prima del tornado, portando il palmo vicino perché le fronde dei pini scuotevano così forti da coprire il suo predicozzo. Quel ragazzo mi salvò il fidanzamento, forse pure il matrimonio, tanto che non ho mai capito perché poi scelsi di andare a Stone Mountain con Paco, che aveva fatto gruppetto con le fertili menti di Marwud e Ahmed, imprevedibili cugini del limo.

Perciò sulla Interstate 285 Marwud alzò su MAX il volume in faccia ad Ahmed, scaraventandogli addosso tutta la sofferenza del Boss e del sogno americano infranto, con Paco a scattare foto nello specchietto retrovisore e io a succhiare la vita dalla cannuccia di un milkshake.

Finché rimanemmo pietrificati in cima alla montagna, tanto piatta che cima di fatto non aveva, o così sembrava di fronte allo sterminato skyline di Atlanta.

Boccheggiavamo dal caldo come carpe coi baffi a pelo d’acqua, perché aprile in Georgia sapeva cuocerti in una brodaglia a fuoco lento, con la pazienza di chi ha imparato ad aspettare le stagioni del cotone. La funivia del parco ci portò sul sentiero forse anche troppo svelta, perché in fondo ci piaceva quello stare sospesi. Quell’arrivo differito che in qualche modo sospendeva ogni giudizio sulla placida valle di un’inerzia assolata.

Una montagna non certo inaccessibile, la Stone Mountain, eppure affascinante con la sua forma peculiare, come un sasso gigante lanciato e dimenticato da Dio sulla piana. Il bassorilevo sul fianco del massiccio ci raccontava una storia che non avevamo voglia di leggere, così presi dalle nostre idee di futuro. Noi giravamo per il sito su una crosta di magma cotta e crepata da attese taciute, calpestando cocci di silenzi granitici senza capire, col risvolto dei nostri sorrisi ben piegato in un angolo d’ineccepibile boria, finché rimanemmo pietrificati in cima alla montagna, tanto piatta che cima di fatto non aveva, o così sembrava di fronte allo sterminato skyline di Atlanta rovente di arsura molle e zaffate primaverili di smog, tra i fili sospesi che portavano nuova gente su ed altri giù verso l’uscita.

Eravamo in fondo soli, tutti e quattro, durante quel semestre di studio all’estero. Nonostante gli innumerevoli tentativi di creare legami. Ce ne rendemmo conto durante la discesa di ritorno verso il parcheggio, con le mani ferme in tasca e una vaga voglia di rotolare lontano.

Apolae

Si fa chiamare Apolae per poter scrivere liberamente. Piccoli premi locali per narrativa breve. Pubblicazione nel 2022 nell’antologia di LibroMania (DeA) “The Source. Scrivere sull’Acqua”. Alcuni suoi racconti compaiono su riviste online e sulla pagina Instagram apolae_fotoracconti. Ama la sua famiglia e la letteratura. Si impegna per coniugarle.


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3 commenti:

  1. nino ha detto:

    Molte sono le occasioni tra Altitudini diverse di raccontare di montagna ” vera”, quella degli escursionisti, degli alpinisti, dei montanari incalliti. La montagna densa di fatiche e di silenzi necessari per salirla. Esperienze significative che segnano passaggi importanti della vita dove la montagna diventa palestra della nostra stessa. Ma ancora una volta, se c’è ne fosse bisogno, ci rammenta che non sono la meta e la modalità di spostamento a determinare il valore e le conseguenze di un’esperienza. Anche una salita da turisti frutto di un invito e di un predicozzo arrivati con il tempo e il treno giusto possono cambiarci la vita.

    1. Teddy Soppelsa ha detto:

      Perfetta interpretazione autentica di Altitudini, fornita da nostro lettore. Grazie e complimenti.

  2. apolae ha detto:

    Scusate se arrivo al commento così tardi. Grazie infinite.

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