Quella delle audiostorie, dei podcast come ormai sono conosciute, è una storia (gioco di parole obbligato) che parte da lontano e nasce proprio grazie alla radio. Radio che oggi, molto più della televisione, non solo ha conservato il suo fascino ma l’ha rinnovato raggiungendo utenti nuovi e attenti. Lo ha fatto grazie anche ad una programmazione intelligente e all’arruolamento tra le proprie file di nuovi e capaci autori.
“Orsa minore” entra con pieno diritto tra i migliori podcast documentari prodotti dalla Radio Rai. Un progetto che ha potuto realizzarsi grazie all’intelligenza e alle capacità di Paolo Barberi, Francesca Camilla D’Amico e Gianluca Stazi e con l’indispensabile collaborazione del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. “Orsa minore” si prende i suoi tempi, otto puntate di poco più di mezz’ora ciascuna, e ti accompagna tra suoni in presa diretta, tuoni, voci, emozioni, scarponi che schizzano fango, pianti silenziosi e, pure, risate che ti aprono il cuore[1] attraverso la geografia dei sentimenti che da sempre legano l’uomo all’orso, fratelli così simili dalla notte dei tempi.
Forse è perché la storia e la resistenza dell’orso marsicano nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise[2] è (e se ascolterete con la dovuta dedizione l’intera audiostoria capirete anche perché) non la storia e la resistenza dell’orsa marsicana che le voci protagoniste di “Orsa minore” sono (quasi) tutte femminili: Roberta Latini, Elisabetta Tosoni, entrambe biologhe del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise; Laura Scillitani, zoologa e collaboratrice del Parco; Daniela D’Amico, responsabile della promozione del Parco; Anna Grassi, prima donna ad aver ricoperto il ruolo di guardaparco (chissà come si scrive al femminile) proprio nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e, infine, Ezechia Trella, collega di Anna. Ecco, forse è così per caso e senza buttarla sul femminismo come dice, alla fine, Roberta.
mi e` piaciuto , molto