Racconto

Il mio corpo sa cosa fare

testo e foto di Giorgio Madinelli  / Azzano Decimo (PN)

02/01/2019
4 min
logo blogger contest2018_ita_senza feccia
Se mettessi per terra una tavola larga trenta centimetri e lunga quindici metri avreste qualche difficoltà a camminarci sopra?

E quale sarebbe la vostra reazione se mettessi la medesima tavola tra due edifici in modo che vada dal quinto piano dell’uno al quinto piano dell’altro?” – Milton H. Erickson

“Il corpo sa tutto quello che deve sapere. Non ha bisogno di imparare niente da noi. Se potessimo capire questa semplice relazione che esiste tra il pensiero e il corpo, allora probabilmente lasceremo il corpo funzionare da solo. Il pensiero può soltanto creare problemi, non può aiutare a risolverli” – Uppaluri G. Krishnamurti

Devo saltare. Qui è il punto più stretto, più in giù il crepaccio s’allarga e in alto le pareti diventano verticali e lisce. Devo mettere il piede sinistro sul limite del baratro, atterrare con il destro in quella concavità, saranno due metri a occhio, subito mi devo afferrare con le mani: c’è ben poco per aggrapparsi, ma se il piede di arrivo mi tiene, basta un minimo appiglio per recuperare l’equilibrio. Ci vorrebbe la rincorsa, però qui non è possibile.
Cosa vuoi che sia questa distanza tra i due labbri del crepaccio, ne ho saltati di fossi da bambino anche più larghi! D’accordo: allora se sbagliavo finivo in acqua. Qui andrei a fracassarmi sul fondo del crepaccio; saranno quindici, venti metri, sufficienti per morire sul colpo.

Su questi percorsi che m’invento finisco sempre per trovarmi in penosa incertezza.

Dubito di riuscire. Torno indietro?
Ripercorro con la memoria la strada fatta e mi accorgo che tornare indietro può rivelarsi un azzardo più pericoloso di questo salto. Devo dunque proseguire.
E più avanti come sarà? Cosa mi riserva questa parete? E se ci sono altre sorprese come questa? Se faccio questo salto e poi trovo un ostacolo insormontabile? Resto incrodato e devo chiamare il Soccorso Alpino. Ah già: il telefono qui non prende.
Sono ben messo! Ogni volta è così. Su questi percorsi che m’invento finisco sempre per trovarmi in penosa incertezza, con tutto un assillo d’emozioni.

Devo saltare, ma ho paura. Tornare indietro? Uh!
Quella paretina sul lato del canalone con ghiaino sugli appoggi potrebbe essere micidiale in discesa; l’ho passata col cuore in gola salendo: a ritroso è un bel rischio. E poi più sotto quelle placche bagnate: cavolo, al solo pensare di metterci piede in discesa mi vengono i brividi. Più in alto è tutto un mistero. Sento di essermi infilato in un bel guaio.
Devo saltare.

Mi tocca di morire qui. Luisa che piange, mia mamma che piange: lo aveva sempre detto la mia mamma che prima o poi…

Se non riesco a portare il piede sulla concavità, pianto la faccia sulla roccia e finisco nel baratro: garantito! Cazzo, non mi va di crepare qui! Venti metri di volo: mi sfracello! Il Soccorso Alpino? Nei fossi, a volte, ci cadevo dentro. Il piede sinistro di lancio. Che diavolo di incognite più sopra? La paretina sul lato del canalone. Mi spiace non arrivare in cima. Mi tocca di morire qui. Luisa che piange, mia mamma che piange: lo aveva sempre detto la mia mamma che prima o poi… Il telefono: fanculo il telefono. Le placche bagnate: come cavolo le ho passate salendo? Più sotto il crepaccio è più largo, in su non si va.
Strizzo gli occhi e scuoto la testa: devo vincere tutte queste paranoie. Anzi devo uscire da questo atteggiamento mentale: non devo utilizzare l’immaginazione: pensare ad un improbabile futuro è inutile e mi sta bloccando. D’accordo: ho paura, ma assodato ciò devo spostare la mia attenzione su quello che devo fare per venirne fuori.

In fondo, questo crepaccio di due metri ha l’identica dimensione di un fosso, di un facile fosso da due metri. (Scorre l’acqua a lambire il mio scarpone e le rive sono verdi d’erba). E allora concentrazione, concentrazione, concentrazione. Il mio corpo sa cosa fare. Devo lasciarlo al suo compito. Concentrati sul salto, prepara il piede, molleggia le ginocchia, senti i muscoli, indietreggia col busto per sfruttare lo slancio del tronco, mima il salto, guarda il punto d’arrivo, dove aggrapparti, respira forte.
Ce la fai, sì che ce la fai. Respira, forza, dai, respira…
Adesso: salta!

Giorgio Madinelli

Giorgio Madinelli

Sono un greppista, vado su dritto per dritto, non uso attrezzature.


Il mio blog | Greppisti è l'organo sociale della sezione friulana della Federazione Italiana Greppisti Anomali che tenta di disinformare per creare scompiglio nelle menti dei deboli, dei dubbiosi, dei mai contenti, dei cercatori di verità. Iscrizioni aperte per il 2019 (le donne sono socie onorarie).
Link al blog

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Esplora altre storie

Scalare o non scalare una Montagna di un'isola, questo è il dilemma. ... Scalare o non scalare una Montagna di un'isola, questo è il dilemma. ...

Mancano una manciata di mezzore all’alba, ho le gambe che tremano, un vecchio fucile... Mancano una manciata di mezzore all’alba, ho le gambe che tremano, un vecchio fucile di fabbricazione russa puntato al viso, e Dio sa quanto...

Doveva essere una semplice passeggiata alla ricerca di un posto dove camminare evitando le... Doveva essere una semplice passeggiata alla ricerca di un posto dove camminare evitando le piste, invece è stata una bella escursione densa di storia...

"Un buon racconto è Vivo, scoppiettante e pronto a scaldarci, come il fuoco del... "Un buon racconto è Vivo, scoppiettante e pronto a scaldarci, come il fuoco del bivacco nella notte” Luisa Mandrino, presidente di Giuria del Blogger...

"Nasce così il nostro progetto climb&fly tandem, saliremo la goulotte Mistica nel gruppo del... "Nasce così il nostro progetto climb&fly tandem, saliremo la goulotte Mistica nel gruppo del Sassolungo e scenderemo con il parapendio biposto dalla cima della...

Attraverso le Alpi a piedi e in volo per oltre quattrocentocinquanta chilometri sull’arco alpino... Attraverso le Alpi a piedi e in volo per oltre quattrocentocinquanta chilometri sull’arco alpino Occidentale: è partita sabato 12 maggio la Salewa IronFly, gara...

Cammino con quel senso di lieve vertigine che si insinua nei pensieri e percorre... Cammino con quel senso di lieve vertigine che si insinua nei pensieri e percorre il corpo quando la visibilità si offusca. ...

20 dicembre 2020, ore 9.20: domenica prenatalizia. Gli anziani al bar del piccolo paesello di... 20 dicembre 2020, ore 9.20: domenica prenatalizia. Gli anziani al bar del piccolo paesello di San Vittore del Lazio sembrano non accorgersi del mio arrivo....

Sono nata e cresciuta all’ombra di Punta il Villano. Situata nel cuore del Parco Naturale... Sono nata e cresciuta all’ombra di Punta il Villano. Situata nel cuore del Parco Naturale Orsiera Rocciavrè, in Valle di Susa, è una cima che...

Dopo aver superato le ultime abitazioni e i meleti che coprivano le parti più... Dopo aver superato le ultime abitazioni e i meleti che coprivano le parti più assolate del pendio giunsi su un tratturo, aperto malamente da...