Intervista

DOVE È IL MIO CUORE

testo Roberta Orsenigo

15/09/2025
6 min
Non capita spesso che una scrittrice o uno scrittore si commuova fino alle lacrime nel narrarti il suo lavoro.

Ciò che più mi ha colpita durante l’intervista a Camilla Maria Anselmi è stato proprio il percepire l’emozione mentre mi parlava delle donne che animano il suo libro Dove è il mio cuore – Viaggio biografico tra i rifugi e i bivacchi italiani intitolati alle donne(1). Sembrava le avesse conosciute davvero, gli occhi lucidi come quando ricordi i momenti belli passati con quelle amiche che ora ti mancano.

Milanese di nascita ma con il cuore sempre rivolto verso le terre alte, Camilla Maria Anselmi è storica dell’arte e autrice soprattutto di libri per bambini. Con questo volume entra per la prima volta nel mondo dei lettori “grandi”, narrando le storie per troppo tempo nascoste dietro a nomi femminili incisi su targhe di bivacchi e rifugi.

La incontro un giovedì pomeriggio di pioggia, mi dà appuntamento alle 16 e 30 a Milano, in Piazza del Duomo. Mi premuro di dirle che ho i capelli rosa, così le sarà più facile riconoscermi in mezzo alla folla. Infatti mi intercetta e ci rifugiamo in un bar.

Camilla mi riferisce che Dove è il mio cuore è nato da una curiosità tipicamente femminile – un preconcetto un po’ fastidioso, lo ammetto – ma quel vizio di farci sempre troppe domande spesso ci conduce in posti meravigliosi. Come nei mondi di queste fantastiche signore.

«Ero in partenza per il bivacco Luigina Resegotti, sul versante sud del Monte Rosa e a un tratto mi chiesi chi fosse questa Luigina e dove avrei potuto trovare informazioni sulla sua vita. Insomma, perché la dedica?», spiega l’autrice. «Il pensiero si è quindi trasformato in un progetto ambizioso: raccogliere più notizie possibili su bivacchi e rifugi al femminile».

Disegno di @Luca Pettarelli

Giovanna Zangrandi, al secolo Alma Bevilacqua, si impegnò economicamente e fisicamente alla costruzione del Rifugio Antelao, località Sella di Pradonego, Pieve di Cadore (BL). Disegno di @Luca Pettarelli

La dedicazione di bivacchi e rifugi rappresenta la memoria di persone a volte scomparse tragicamente, a volte di persone care, a volte rimanda a grandi imprese compiute o al merito di chi ha finanziato la struttura. In tutti i casi è come se il cuore di queste persone e l’affetto di chi le ricorda continuasse a vivere in questi luoghi.

Il libro raccoglie le storie ben documentate di una cinquantina di strutture d’alta quota dislocate in diverse regioni italiane. «Solo il 5% di queste è dedicato a donne, non per forza grandi alpiniste o persone importanti. Semplicemente donne che amavano la montagna e la vivevano in modi differenti in piena libertà». La stesura le ha richiesto due anni di lavoro accurato e paziente, cercando ogni tipo di informazione soprattutto negli archivi delle sezioni locali del CAI. «Ho avuto la fortuna di incontrare anche fonti viventi: famiglie, discendenti, semplici conoscenti che mi hanno aperto le loro case e regalato i loro ricordi», racconta Camilla.

Le chiedo: tra tutte queste signore, con chi prenderesti un caffè? «Tutte! – mi risponde – Per scrivere questo libro sono entrata nelle loro vite. Mi hanno tenuta compagnia per due anni. Se proprio però devo scegliere, un caffè lo berrei volentieri con Mariannina Levi, alla quale è stato dedicato il rifugio Levi-Molinari in Val di Susa: porta due cognomi perché riflette non solo la sua storia, ma quella di un’amicizia che ha superato i confini della morte».

Laureata in Medicina con una specializzazione in fisiologia, Mariannina Levi era una ricercatrice affermata, allieva del professor Angelo Mosso(2). «La sua è una storia tanto bella quanto breve, perché morì il 31 gennaio 1926 a soli 24 anni sotto una valanga, mentre con alcuni amici era impegnata in una traversata scialpinistica», spiega Camilla. Una sottosezione del CAI di Torino decise quindi di dedicarle un rifugio, inaugurato il 14 ottobre 1928 nel Comune di Exilles, in Val di Susa, a 1850 metri di quota. «Il rifugio restò intitolato a lei fino al 1934, quando le leggi razziali fasciste vietarono l’utilizzo di cognomi ebraici». La struttura prese quindi il nome di Magda Molinari, un’amica di Mariannina, lei stessa appassionata di montagna e con una vita altrettanto breve. Nel 1946, al termine del conflitto mondiale, il rifugio venne quindi ricostruito e intitolato alle due donne.

Mariannina Levi, Giovanna Zangrandi che fu anche partigiana, giornalista e scrittrice, Alessandra Re, Nina, ribelle e avventurosa, fu la prima alpinista a scalare il Monviso, Maria Piaz e la sua ossessione per il Passo Pordoi: sono alcune delle incredibili donne legate da un fil rouge che è semplicemente il forte legame con le montagne. E come non citare la regina Margherita di Savoia, alla quale fu dedicato il rifugio più alto d’Europa, quello sulla Punta Gnifetti del Monte Rosa, oggi gestito da una donna, Sabrina Bendotti. «Margherita è riuscita a trasmettere un messaggio importante: se una regina può scalare una montagna, allora può farlo anche una persona comune, ispirando altre donne verso l’alpinismo».

Qual è, le domando, la specificità del rapporto che le donne instaurano con la montagna? «La dedizione, il senso della custodia e della cura dei luoghi. Per una donna l’ascesa non è solo una dimostrazione di forza, c’è qualcosa in più, qualcosa di molto simile all’amore. L’approccio è più contemplativo, più di ascolto», spiega Camilla.

Per Margherita di Savoia, la parola libertà significava solo una cosa: andare in montagna. La Capanna Regina Margherita venne inaugurata nel settembre del 1893. Nel 1894, il professor Angelo Mosso iniziò ad utilizzare la Capanna per le sue ricerche di fisiologia sul corpo umano. Disegno di @Luca Pettarelli

Il rifugio Marco e Rosa ( 3609 m) si trova nel Comune di Lanzada, in Valmalenco (SO), nel versante italiano del massiccio del Bernina, alla “Forcola di Cresta Guzza”. Disegno @Luca Pettarelli

Disegno di @Luca Pettarelli

Il libro è impreziosito dalle immagini di Luca Pettarelli, marchigiano, illustratore naturalistico. Tutti i disegni sono stati eseguiti a mano, matita su carta, poi colorati a pastello partendo dalle foto di archivio. «Quando ho conosciuto Camilla c’è stata subito intesa. In quegli anni lavoravo per la rivista del CAI Montagne 360° e Camilla mi propose, come primo progetto, un albo illustrato dedicato a Lucy Walker, la prima donna a raggiungere la cima del Cervino. Dove è il mio cuore è stato dal primo istante un progetto impegnativo, con un unico errore: io. È un libro pubblicato da una donna, scritto da un’altra donna e dedicato alle donne quindi mi sentivo l’unico intruso in questa avventura!», aggiunge Luca. E alla fine, l’insistenza di Camilla ha però avuto la meglio sui dubbi.

«Come tecnica esecutiva delle illustrazioni ho preferito le matite colorate, perché volevo rendere ogni immagine onirica in modo che, guardandole, si avesse la sensazione di raggiungere una vetta o i rifugi del cuore. Il mio legame con la natura è evidente visto che sono la versione giovane del nonno di Heidi! Illustrare paesaggi innevati, rifugi, altopiani, bivacchi e tutto quello che nasconde la montagna mi dona la stessa gioia di una passeggiata nei boschi. Ora che il libro è nelle librerie, io e Camilla non vediamo l’ora di immergerci in una nuova avventura che potrebbe ampliare gli orizzonti di questo volume».

«Il libro sta andando molto bene, è in ristampa», rivela Camilla. «Anche la partecipazione alle presentazioni è andata oltre ogni aspettativa. Le invitazioni sono state numerose, ma ciò che mi ha più emozionato è stato l’incontro con parenti e conoscenti delle protagoniste. Sono nate amicizie e legami che spero durino nel tempo».

Chiedo a Camilla quale messaggio si augura che i lettori facciano tesoro leggendo il suo libro. «Spero che il volume possa dare un senso concreto al dolore e ai ricordi delle famiglie che ancora custodiscono la memoria di queste donne e del loro amore per le terre alte. Mi piacerebbe che ogni lettore imparasse a guardarsi intorno con occhi nuovi, scoprendo che il proprio posto del cuore custodisce anche storie di altre persone. È una lettura della montagna al femminile che vuole dare importanza alle donne: non solo alle grandi alpiniste, ma a tutte coloro che amano e hanno amato le cime».

Un ultima domanda, Camilla: qual è il tuo posto del cuore? «Senza dubbio la Capanna Regina Margherita. E qui potrei narrarti un’altra storia».
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Un appuntamento da non perdere: MonzaMontagna – Il Festival della montagna a Monza, 12 novembre 2025. Durante l’evento sarà presentato il libro di Camilla e la mostra delle tavole originali di Luca, che rimarranno esposte per tutta la durata del festival.

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1) MonteRosa Edizioni, 2025, Collana Le Rose Selvatiche.
2) Fisiologo chierese, professore di Fisiologia all’Università di Torino dal 1879 al 1910, Angelo Mosso ha aperto la strada alle sperimentazioni di biologia, medicina e meteorologia in alta quota. Ha fondato l’Istituto scientifico che porta il suo nome, inaugurato nel 1905 alla presenza della Regina Margherita di Savoia.

Camilla Maria Anselmi è storica dell’arte e autrice. Collabora con diverse case editrici e ama vivere la montagna in tutte le sue forme: scialpinismo, alpinismo, trekking.

Luca Pettarelli ha studiato illustrazione alla scuola Ars Fabula di Macerata. Autore del libro Montagna (Ed. Rizzoli, 2025), è stato illustratore della rivista CAI Montagne 360°.

Dove è il mio cuore

Autore: Camilla Maria Anselmi, Illustrazioni di Luca Pettarelli
Editore:  MonteRosa edizioni, 2025
Pagine: 312
Prezzo di copertina: € 29,50

MonteRosa edizioni

Roberta Orsenigo

Sono giornalista pubblicista, copywriter e autrice di testi per produzioni video.


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