Corpi in grado di lottare, di difendersi e di attaccare.
Corpi che fecero di noi prima i capi famiglia e poi i capi tribù.
Fu un mestiere difficile, nel momento più terribile della nostra specie, ma avemmo la forza di portarlo a termine, e grazie a noi la nostra specie sopravvisse.
Passò del tempo e quello tra noi che si era dimostrato più adatto sconfisse i capi delle altre tribù e divenne re.
In principio era la carne e dalla carne, poi, venne il verbo.
Fu facile convincerli.
Dettammo regole che poi divennero leggi, facendo del principio nato dalla nostra forza i comandamenti accettati tutti.
Fu facile convincerli.
Bastò appoggiare a terra la pietra, riporre per un attimo il bastone, nascondere la spada dietro il trono e loro credettero di vedere in noi mite saggezza, giudiziosa autorità.
Inventammo un dio a nostra immagine e somiglianza, barattammo le pelli di animale con abiti di velluto e tutti ci credettero.
Si dimenticarono, o finsero di dimenticarsi, che il corpo continuava ad essere il fondamento del nostro potere.
Anche se non era più un corpo solo, ma migliaia, che ormai formavano il nostro esercito.
Ci furono ancora momenti difficili. Momenti in cui quei corpi si scontrarono tra loro, corpi bellissimi che un tempo sarebbero stati perfetti per portare all’accampamento migliaia di antilopi, che sarebbero stati grandi capi famiglia e grandi capi tribù, in quei momenti vennero sacrificati, mutilati, distrutti.
Ma era solo un’apparenza, un’increspatura di un’onda che sapevamo più lunga. Perché da ognuno di quei sacrifici la nostra causa ne usciva rafforzata: i sopravvissuti più adatti alla prossima battaglia, i vincitori e i vinti più convinti delle leggi del proprio re.
Oscillammo solo quando altri corpi, più giovani e più numerosi di noi, si presentarono un giorno sotto i nostri palazzi.
In nome di nuove leggi pretendevano i nostri corpi, le nostre teste, e noi – pensando di essere ormai stati resi saggi dai secoli – gliele offrimmo, come negli scacchi si offre un pezzo nella certezza di vincere la partita.
Che significa :
“tutto quello che leggerete sotto questo nome è dunque assolutamente vero” ?
Che la faccenda del “nom de plume” non è importante.