#Simonetta Radice / Arrivo come sempre in ritardo, pur essendo salita qui un giorno prima, in ritardo ma in tempo per sentire le ultime parole del discorso di Andrea: “La montagna è un regalo che ci è stato fatto e noi non abbiamo saputo meritarla.” È vero, se pensiamo a tutto quello che abbiamo fatto alle montagne o non abbiamo fatto per le montagne, non è vero per tutte le volte che ci siamo lasciati conquistare, attraversare, inselvatichire o catturare.
Qui ci siamo invece ritrovati grazie ai nostri tentativi di raccontare, e abbiamo provato a farci ancora domande su questo misterioso legame che pure esiste tra montagne, parole, i segni, su quell’urgenza che molti di noi sentono di mettere su carta l’intensità dei sentimenti che provano salendo.
“Qui” è “il Masetto” nella val Terragnolo, un angolo di Trentino che sembra essere stato dimenticato dalla furia dello sviluppo, meno da quella di Vaia, di cui si vedono ancora i segni. Un’isola dimenticata e forse felice, verrebbe da dire, sicuramente il posto ideale per ospitare il variegato arcipelago di Altitudini che siamo. E così, abbiamo vissuto due giorni preziosi di incontri e di racconti, in cui abbiamo parlato della montagna come un luogo da vivere e un luogo che vive, in cui abbiamo ascoltato il canto del cuculo, il belato delle pecore, l’abbaiare festoso dei cani e abbiamo riempito il occhi delle fioriture gioiose di giugno, un altro regalo che chissà se ci meritiamo.
Senza dubbio ci siamo ritrovati consapevoli della fragilità che si nasconde dietro la bellezza, della necessità di continuare a tradurre in parole e opere il tempo che ci aspetta, e di alzare la voce ogni volta che il grido che ci giunge dal pianeta che è casa di tutti non riesce a farsi ascoltare. Altitudini è un’avventura che continua su strade che chissà dove ci porteranno, ma è un’avventura che siamo felici di vivere.
#Federico Balzan / Siamo seduti a cerchio alla Réunion di Altitudini, tra i prati della Val di Terragnolo, ospiti del rifugio Il Masetto.
Un po’ in disparte, dietro la fila di sedie distanziate e di cuscini appoggiati sull’erba che ospitano persone in ascolto, se ne stanno stravaccati a terra quattro ragazzi/uomini sui trent’anni, dall’aspetto libero e scanzonato, barbe, piedi scalzi e stelo d’erba in bocca.
Decido di attaccare bottone sottovoce, credendo di andare a colpo sicuro.
«E così voi siete i quattro scialpinisti che hanno raggiunto Davos con le pelli di foca, per sensibilizzare sulla crisi climatica in atto, di cui sta parlando ora Simonetta?»
Mi guardano e mi risponde sussurrando quello che poi scoprirò chiamarsi Simon.
«Ciao, no, a dir la verità noi siamo quelli che hanno salito e disceso con gli sci una discarica, intendo proprio una collina formata dai rifiuti. Sai, per sensibilizzare sul tema dei rifiuti e robe così. Dopo tocca a noi parlare».
Questo è il bello di questi incontri. Lasciarsi ispirare da gente decisamente fuori dal comune, straordinaria.
#Andrea Carta, il Mascabron / Dopo tanti anni di montagnismo e pubblicazioni, è bello scoprire questa sincera varietà di interpretare e raccontare la montagna e il suo ambiente. E grazie a persone così speciali… la storia continua.
#Laura Maffiotti e Carlo Marinello / Forse fuorilegge (per l’incanto delle storie).
«Guarda che stellata, perché non dormiamo qui?»
«No».
«Daiii, dormiamo in macchina, per una notte…»
« No, dopo fa freddo».
«Dici?»
Nel bosco si muove qualcosa, immaginiamo già un orso che avanza, un lupo che salta fuori in cerca di prede. Indietreggiamo, ritorniamo alla luce del Masetto, prendiamo coraggio e ci avviamo verso l’auto.
Carlo mette in moto, salgo a malincuore, non vorrei mai smettere di giocare, come i bambini.
Nessuno in giro.
Due caprioli tranquilli sul ciglio della strada rifuggono la luce dei fanali e si addentrano nell’ombra.
Il nevaio gocciola, fa caldo anche a mille metri stanotte.
Al passo della Borcola voglio fermarmi: «Approfittiamo per guardare il cielo stellato, qui c’è poca luce, siamo lontani da tutte le città».
Chissà come si vedono le stelle all’isola di Réunion…
P.S.: il Trentino diventa zona bianca il 14 giugno 2021. Dopo la mezzanotte del 13 giugno vige il coprifuoco oppure siamo liberi?