Le mie passioni spaziano dall’arrampicata allo scialpinismo alla barca a vela, dalla chitarra alla fotografia, dalla letteratura all’agricoltura, dal cinema alla psicologia.
Nell’ultimo anno mi sono concentrato sulla finalizzazione di un documentario che parla di alpinismo, PrimAscesa – la montagna creata dall’uomo. Qui la riflessione che voglio fare si incrocia un po’ con quanto detto sopra a proposito delle mie passioni.
Perché PrimAscesa è un film che racchiude tante anime, più o meno belle, ma forse nessuna di queste può essere definita fantastica. PrimAscesa infatti è un’opera di denuncia, una riflessione profonda e accorata, una parodia divertente e leggera, così come un brano di musica incalzante accompagnato da immagini trash, è un film decisamente pretenzioso ma anche un insieme di autoironia e umile umanità. È un viaggio nell’inconscio collettivo, una poesia dedicata alle generazioni future e un vento di tramontana che si infrange contro lo scudo della nostra quotidianità. È un’immagine distante ma nitida di ciò a cui andiamo incontro, è una mela marcia. È soprattutto un insieme di persone, di attori e registi improvvisati ed eccellenze della produzione, professionisti di ogni genere e amici volenterosi.
Il plot del film è molto semplice. Due alpinisti alla ricerca dell’ultima cima inviolata da scalare e discendere con gli sci si accorgono che non è rimasto nulla al mondo da esplorare. Si avventurano così su una discarica, scoprendo passo dopo passo un mondo che è sempre stato precluso alla loro vista. Arrampicano dunque il monte più brutto e maleodorante, rivolgendo il loro sguardo curioso e quasi infantile alla montagna che nessuno vuole vedere, quella creata dall’Uomo stesso.