Ancora qui, da solo sulle Ande. Volevo arrivare a Lima e andare a nord, invece devo scendere verso sud, perché ho dovuto accettare il primo volo di rientro disponibile, l’11 settembre da Santiago. Forse qualcuno per scaramanzia ha rinunciato a volare. Passo dunque per Arequipa, sfida collettiva a terremoti e manifestazioni vulcaniche. Attirato dalla presenza del vulcano El Misti, che domina la città dall’alto dei suoi 5822 m, scelgo di allenarmi ed acclimatarmi con una visita al Canyon del Colca, il secondo più profondo del mondo. Forse ho esagerato un po’, perché risalendo sul bordo della spaccatura ho dovuto lottare coi crampi alle gambe.
Rientrato di sabato sera alla mia posada in città, chiedo se mi hanno trovato un gruppo cui aggregarmi per la salita a El Misti. Dopo un paio di telefonate mi rispondono che devo arrangiarmi. Alla Condor Explorer l’impiegato consulta il computer. C’è una coppia di inglesi prenotata. Per solo 38 dollari, con l’unica raccomandazione di procurarsi 4 litri di acqua, penserà a tutto la guida. Alle 8 di domenica mattina un fuoristrada mi raccoglie e l’autista mi presenta Bàrnabo, giovane guida ventunenne del Canyon del Colca. Al posto degli inglesi c’è Leandro, brasiliano di ventisei anni. Quindi siamo in tre, io e due la cui età sommata non arriva a fare la mia.
Il fuoristrada ci lascia all’ingresso della Reserva Nacional Salinas y Aguada Blanca, a 3415 m. Lentamente ci portiamo 1000 m più in alto. Alziamo le due tendine a ridosso di rocce, quindi Bàrnabo prepara il fornello a benzina. Non si accende, nonostante a suo dire l’avesse controllato la mattina stessa. Ci viene in aiuto la presenza della Llareta, una straordinaria umbrellifera con l’aspetto di cuscino verde smeraldo che sembra soffice, ma in realtà ha una superficie durissima cosparsa di gocce di resina trasparente. Fortunatamente basta una piccola quantità di piante morte. Mentre Bàrnabo lavora tra una nuvola di fumo profumato, mi viene da paragonarlo all’omonimo personaggio buzzatiano, che dopo aver raccolto i funghi nel bosco li cucina sul fuoco con la polenta per i compagni guardiaboschi, che non arriveranno.