Tra un Soglio e l’altro… seguendo Raffaele

testo e foto di Andrea Carta

I Sogli Rossi
21/11/2017
7 min

Era l’epoca d’oro del nostro primo alpinismo: un corso roccia casalingo e un anno di naja alpina in Dolomiti completarono l’esperienza base: sicuri, svelti, attenti… un po’ spavaldi ma prudenti.

In una calda giornata di metà luglio del 1983 risaliamo le balze dei Sogli Rossi del Pasubio, desiderosi di toccare con mano il ben noto “camin Carlesso”, una delle vie più famose sul monte “di casa”.

Seguiamo la relazione della Guida CAI-TCI “Piccole Dolomiti e Monte Pasubio” del caro amico Gianni Pieropan: Soglio D’Uderle (Pasubio), per il camino sud-est, R. Carlesso, T. Casetta, A. Colbertaldo, 4 giugno 1933, diff. V con tratti di V+, ore 7. Avvicinamento: “Arrivati allo zoccolo erboso, risalirlo obliquamente verso sinistra per 60 m. quindi traversare ancora a sinistra fino a entrare nell’ampio camino…”.

Attacchiamo la via con qualche dubbio perché abbiamo sempre traversato verso destra e non verso sinistra, ma diamo la colpa a una nostra errata interpretazione del punto di partenza alla base dello zoccolo.
Subito le difficoltà si fanno impegnative, oltre il V, e non proprio rispondenti alla relazione:
«Ehi, boy… ma me par che ‘sto V grado el sia un pochetìn esagerà, o no? Varda mejo la relassiòn, che mi intanto vò su».

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Ma era finita e, nonostante il “modesto” sbaglio, o forse meglio grazie a questo, avevamo ripetuto una grande via.
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Altri due tiri e siamo sotto al camino che, visto da vicino, sembra più un diedro/fessura, oltretutto mooolto verticale e con un tetto che la chiude in alto.
Il compagno mi raggiunge, beviamo un po’ di acqua (allora era solo acqua, no enervit, no sali, no red bull, …) e ci guardiamo attorno: la giornata è limpida, solo un po’ di foschia verso la pianura, tutte le cime d’intorno si stagliano nitide contro il cielo… ma:
«Ehi, boy… varda là, che bel spigolo: ghe sé do cordate…»
«Ma… sembra el spigolo d’Uderle, no?»
«Vero, vero… sé proprio queo… e drio al spigolo che sé el camin Carlesso!»
«Ma, alora, dove caz…spita semo noialtri?»
«Dàme la guida… ma vuto vedare che gavèmo sbajà sojo, questo sé el Sojo Rosso, cazz…spita, sempre Carlesso, ma n’altro monte!»

Sempre dalla Guida CAI-TCI: Soglio Rosso, via diretta parete sud (R. Carlesso, T. Casetta, diff. IV, V+ con due lunghezze di VI, ore 6).
«Ehi, boy… e ‘desso cossa femo?, do tiri de sesto!, chi sé che li passa?» 

Ormai siamo a metà parete e non sembra facile scendere: non ci sono soste adatte a far doppie. Ci guardiamo, un po’ ridendo per il “modesto” sbaglio, un po’ preoccupati per quello che avevamo sopra. L’occhiata si trasforma presto in fulminea decisione:
«Vao mì – dissi, sentendomi un po’ costretto ma determinato – vuto vedare che no’ semo boni de tirarla fora?» 

I due tiri di VI li superiamo d’un fiato, non senza un po’ di angoscia, così come il tettuccio e il successivo camino verticale: un piccolo volo del “boy”, che non riuscì ad arrivare a un appiglio mooolto lungo, mi suggerisce di preparare una sosta ben salda.
La via termina sui ripidissimi prati sommitali coperti da ciuffi d’erba secca ben più infidi della fessura appena salita.
Ma era finita e, nonostante il “modesto” sbaglio, o forse meglio grazie a questo, avevamo ripetuto una grande via.
Al ritorno, in fondo al Voro d’Uderle, passando sotto al-di-cui-prima-spigolo, ci fermiamo a rileggere la guida per capire… e casualmente l’occhio cade sulla data in cui Raffaele Carlesso aprì la via appena salita: 16 luglio 1933, data di nascita di mio papà. Così decido di dedicare il nostro sbaglio al mio primo maestro di alpinismo, per il suo cinquantesimo compleanno.

Andrea Carta

Sono nato e vivo a Vicenza. Vado in montagna da sempre e in ogni stagione, con me stesso o con chi vuole condividere la fatica del salire, la gioia di arrivare e il desiderio di tornare. Scrivo di montagna e di imprese storiche alpine (vedere https://old.altitudini.it/cima-undici-100-anni-dalla-grande-impresa-dei-mascabroni/), anche con qualche video (https://youtu.be/XKAcjKIh9xE).


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