Reportage

IN CALABRIA, IN BICI D’INVERNO, COME NEL GRANDE NORD

Nel cuore della Calabria, nel Parco Nazionale della Sila, si è da poco conclusa la Sila3Vette, una prova multisport invernale di resistenza, sullo stile delle sfide del Grande Nord. Ausilia Vistariani ha affrontato il percorso più lungo in sella alla sua fatbike.

testo e foto di Ausilia Vistarini

25/03/2021
4 min
Mi succede sempre così: vivo un’emozione forte, o meglio un turbinìo di emozioni, e mi rendo conto di non riuscire a dargli una forma fissandola su un foglio.

Accade anche questa volta e per metabolizzare un evento unico come la Sila3Vette ci vuole tempo e solo a distanza di tre settimane ci sono riuscita.
Ho partecipato altre due volte, l’ultima lo scorso anno nel febbraio 2020. E’ stata quella un’edizione molto particolare, per il meteo e per le situazioni che si sono create. Una perturbazione importante aveva portato un’abbondante nevicata, trasformando l’altopiano della Sila, di per sé già incredibilmente bello, in un luogo incantato. Ma il prezzo da pagare era affrontare un trail molto duro da fare in sella a una bicicletta. Avevo vissuto quell’edizione in solitaria, io e la mia bici (spinta per la quasi totalità dei 140 chilometri), accompagnata solo dal mio respiro e dai maestosi giganti della Sila (i pini larici ultracentenari) e a tratti dalla presenza silenziosa di un lupo che, complice la notte e il vento, era apparso all’improvviso davanti a me. Ero riuscita ad arrivare al traguardo, stremata ma felice. E di lì a pochi giorni la vita, per me e per tutti noi, sarebbe radicalmente cambiata.

Pippo e Mara come un solo Don Chisciotte
E’ trascorso anche questo febbraio e forte è in me il desiderio di aggrapparmi ad una normalità che il riacutizzarsi della diffusione di questo maledetto virus allontana ancora una volta. Ma ecco, all’improvviso, arrivare una bella notizia: la Sila3Vette 2021 si farà! Pippo Guzzo e Mara Carchidi, i due infaticabili organizzatori, sono riusciti a compiere il miracolo.
Pippo e Mara sono due visionari e mi sembra di vederli combattere contro i mulini a vento, come fossero un solo Don Chisciotte. Con pochi e fedeli collaboratori erranti sono riusciti a vincere anche questa sfida. Anche qui, come nell’opera di Cervantes, il centro è nel viaggio e nell’avventura, nel vivere un sogno dentro un luogo straordinario. Il Sancho Panza della situazione è consapevole della pazzia del suo Cavaliere, che ha in animo di portare atleti da tutta Italia in una terra dai mille contrasti, perdipiù nel bel mezzo di una pandemia. Ma la sua fedeltà è incrollabile. Si comprende allora come vivere la scoperta, l’incognita del viaggio, il perdersi nei meandri del proprio essere siano tra le più grandi necessità dell’uomo-Ulisse che alberga in ognuno di noi.

La winter challenge più a sud d’Europa
Prima di partire tutti i partecipanti, compresi accompagnatori e organizzatori, devono attraversare la postazione di controllo tamponi posta davanti al quartier generale della gara, l’albergo Edelweiss. Dopo qualche ora di attesa arriva finalmente il via libera e la Sila3Vette può avere inizio in totale sicurezza per gli atleti e per le comunità locali.
La Sila3Vette è una winter challenge (“la più a sud d’Europa” com’è definita dagli organizzatori) che si svolge su quattro distanze: 140, 80, 40 e 21 km, da affrontare a piedi, in bici o sugli sci, come avviene nelle storiche competizioni che si svolgono nel grande nord. Ognuno ha un propria sfida da vincere, molti corrono contro se stessi e altri contro una classifica o un cronometro. Quest’anno la mancanza di neve su gran parte del tracciato ha fatto desistere quanti si erano presentati alla partenza con gli sci. La mia scelta è stata di correre ancora sul tracciato più lungo, per godermi questa sfida il più possibile.
Accanto a me c’è Sebastiano, il mio compagno, la mia stella polare sui sentieri dell’Iditarod che ho percorso in Alaska alcuni anni fa. Sebastiano ha straordinarie doti atletiche, ha ottenuto grandi risultati ma sempre lontano dai riflettori. Un tracciato veloce come quello di quest’anno potrebbe affrontarlo in testa al gruppo, ma non è questo che gli interessa fare. Siamo venuti qui per vivere una nuova esperienza, per scoprire ancora qualcosa di noi e della terra che ci ospita. Le restrizioni imposte dal lockdown ci hanno tenuto lontano per troppe settimane ed è forte è il desiderio di stare insieme.

ph. Tamara Vecchione
ph. Tamara Vecchione
ph. Tamara Vecchione
ph. Tamara Vecchione

Ore 8, venerdì 5 marzo, si parte!
La prima sezione del tracciato che sale verso monte Scuro e Monte Curcio è quella più innevata. Si riesce a pedalare e in alcuni tratti ci sembra davvero di correre su una pista dell’Alaska, verso il remoto villaggio di Koyuk. La temperatura è gradevole e la primavera ormai è alle porte. Dalla vetta del monte Botte Donato (con i suoi 1928 metri è la cima più elevata dell’altopiano della Sila) si ammira uno straordinario panorama sul lago Arvo, sulle cui sponde c’è il villaggio di Lorica dove troviamo il primo check point.
L’accoglienza è calorosissima, seppur con tutte le attenzioni che il periodo richiede. Il ristoro è abbondante e ricco, per tutti i gusti. Qui troviamo Giovanni Roveri. E’ un fortissimo atleta piemontese che si è innamorato di questa terra e qui ha portato la sua disponibilità e competenza. La traccia del percorso è una sua creazione.

I portentosi funghi della Sila
Dopo aver costeggiato il lago saliamo verso il check point di Rovale. Conservo un ricordo meraviglioso della famiglia che lo gestisce, lo scorso anno mi hanno accolta in piena notte. Quest’anno è presente il signor Peppino, il capofamiglia, e l’accoglienza è ancora più incredibile. Come in un viaggio siamo trasportati attraverso i sapori della cucina silana e indimenticabile è la conoscenza con i portentosi funghi. E’ difficile abbandonare l’ospitalità di questa famiglia e il calore del caminetto, ma dobbiamo riprendere il viaggio. Ora ci attende il Montenero, la seconda vetta dell’Altopiano della Sila, si presenta coperto da estese foreste di pino laricio, acero e faggio, in passato la zona è stata oggetto di alcuni progetti di sfruttamento turistico, fortunatamente mai realizzati.
Si è ormai fatto buio quando raggiungiamo il villaggio rurale di Cagno. Il check point è gestito da Sila Club 4×4 che ha messo a disposizione anche i mezzi per il recupero dei concorrenti in difficoltà. Anche qui il fuoco arde nel caminetto e non possiamo sottrarci all’invito ad una sosta per gustare la pasta con ragù e patate silane, accompagnata da un buon bicchiere di rosso locale. Ripartiamo nella notte e poco dopo un problema ai nostri GPS ci porta fuori rotta, allunghiamo il percorso di 25 km in direzione di San Giovanni in Fiore. Ma la notte è bella e l’errore ci permette di vivere con maggiore intensita questi momenti nel buio della foresta. Trasformare i problemi in opportunità è forse la nostra dote migliore.

Una locomotiva che sforna zuppe calde
All’alba arriviamo alla Locomotiva, un particolarissimo locale, costruito dentro una vecchia locomotiva delle ferrovie calabro-lucane, dove si può gustare una deliziosa zuppa calda. Anche qui l’accoglienza è straordinaria, anche se questa volta è attenuta da un vetro anti covid. Tuttavia il calore del cuore della gente della Sila arriva tutto. Da qui inizia un anello verso Serra Ripollata e la foresta della Fossiata e il suo splendido Arboreto, un ex vivaio forestale trasformato dal Parco Nazionale della Sila in un giardino della biodiversità. I maestosi esemplari di pini larici guidano il nostro sguardo verso il cielo. E’ davvero un momento magico.
L’anello si chiude di nuovo al check point della locomotiva. Rimane da compiere l’ultimo tratto di questa avventura. La prima parte segue il tracciato della ferrovia, sale e poi riscende fino a tornare alla base. Il traguardo è situato in uno splendido rifugio, appena fuori dall’abitato di Camigliatello. Ormai è l’ora di cena.
L’abbraccio di Pippo e Mara e degli amici che ci attendono sulla linea del traguardo è il premio più bello. Torneremo al più presto in questa terra, tra la sua gente.
Da pochi giorni siamo ritornati nuovamente a una difficile quotidianità, ma con il cuore più ricco e i pensieri più leggeri.
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Sila3Vette evento ultratrail invernale, associa nella stessa avventura runners, biker, scialpinisti, ed appassionati della corsa con i cani (canicross).

ph. Tamara Vecchione
ph. Tamara Vecchione
Ausilia Vistarini

Ausilia Vistarini

esploratrice in bicicletta, biker tenace votata alle lunghe distanze. La prima donna italiana ad aver completato in Alaska i 1800 km della durissima Iditarod Trail Invitational.


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